Ogni anno ci vengono mostrati i report sempre troppo alti delle morti sul lavoro in Italia. Pensando alle famiglie dei deceduti, a quanto ammonta il loro risarcimento?
Il lavoro è il metodo mediante il quale un essere umano riesce a guadagnarsi il proprio posto nel mondo, potendo quindi acquistare prodotti del lavoro altri per poter sostenere se stesso e la propria famiglia. Tuttavia il lavoro espone anche a dei rischi, essendo alcune attività lavorative, per loro stessa natura, insitamente pericolose. In questo modo può accadere che una persona perda la vita nell’atto di compiere il proprio lavoro e questo, oltre che uan grave perdita umana, è anche una perdita economica per la famiglia della persona deceduta, che perde una parte fondamentale del proprio sostentamento. In questo frangente sono previsti dei risarcimenti per la famiglia, a quanto ammontano?
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La risposta non è facile da dare con precisione in quanto i risarcimenti cambiano in base al caso specifico. Tuttavia esistono dei criteri che ci consentono di capire quali siano le voci di danno che possono essere richieste da parte dei familiari. L’obbligo di sicurezza è una voce specificata in qualsiasi contratto di lavoro e dice che il datore di lavoro si impegna a garantire la messa in sicurezza del lavoratore l’adempimento del suo incarico. Ogni lavoro, esponendo il lavoratore a rischi specifici, ha delle specifiche norme di sicurezza contro gli infortuni che possono occorrere durante l’adempimento del lavoro che devono essere rispettate dal datore di lavoro in modo da garantire che i suoi lavoratori operino in sicurezza.
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Ci sono delle conseguenze nel caso di inadempienza della clausola dell’obbligo di sicurezza. Il datore di lavoro si troverebbe ad avere una responsabilità penale sull’accaduto e rischia, in caso di morte sul lavoro, l’accusa di omicidio colposo, qualora le cause della morte sul lavoro si riconducessero all’inadempienza del datore di lavoro nel rendere sicuro il posto. Il risarcimento alla famiglia poi viene calcolato su molteplici fattori, ma il principale è il contributo economico della vittima verso la propria famiglia. In sostanza, una persona che guadagnava per la propria famiglia 10.000 euro al mese non varrà lo stesso risarcimento di una che ne guadagnava 1.000. Questo per quanto riguarda il danno patrimoniale. Il danno non patrimoniale, invece, che riguarda la sfera più intima, affettiva della perdita, il tribunale di Milano ha stilato una tabella in base alla quale spettano le seguenti cifre:
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