Riprende quota l’idea di una sforbiciata alle tasse. L’ipotesi era stata accantonata nei mesi scorsi, ma grazie all’effetto crescita ci sarebbero margini per intervenire.
Dunque il governo sta prendendo in considerazione la possibilità di abbassare le tasse. Nella nota di aggiornamento al Def i livelli di disavanzo sono superiori alle previsioni del quadro tendenziale e potrebbero rendere disponibili 19 miliardi nell’anno 2022-2024. In sostanza la crescita economica del 2021, stimata al 6% per quest’anno e al 4% per il prossimo, potrebbe permettere al governo maggiore libertà di movimento.
Una parte di questa disponibilità dovrà essere utilizzata per la lotta alla pandemia, come conferma il titolare dell’Economia, Daniele Franco. Quindi acquisto di farmaci, vaccini e attrezzatura sanitaria per il prossimo anno. Ma poi si potrà poi puntare ad una riforma degli ammortizzatori sociali e iniziare il percorso sugli sgravi fiscali e sull’alleggerimento delle tasse.
Riforma del fisco: possibile taglio delle aliquote per il ceto medio
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La riapertura controllata delle attività ha permesso una netta sterzata rispetto al tragico 2020, anno orribile sia per quanto riguarda la tragica situazione sulle condizioni di salute che per quanto riguarda lo stato economico, fermo e paralizzato. Nel Nadef viene confermato che invece lo scenario è cambiato e che gli interventi di politica fiscale che il governo potrà adottare punteranno da una parte al rafforzamento della politica espansiva del PIL, almeno fino al prossimo anno e dall’altra quella di un piano per la riforma dell’IRPEF, che sarà accompagnata da quella che riguarda gli ammortizzatori sociali e l’assegno unico per i figli.
Del resto la pressione fiscale italiana è una delle più alte del mondo, ma soprattutto non è omogenea, colpendo in particolare la fascia media. Dunque la prossima legge di bilancio potrebbe prevedere la riforma. Il Sole 24 Ore ipotizza che potrebbero essere destinati circa 7-9 miliardi proprio per l’IRPEF, superiore al bonus da 100 euro introdotto a luglio 2020. Quindi si parla di un vero intervento in busta paga e comunque di una modifica della tassazione per la fascia di reddito compresa tra 28mila e 55 mila euro, con la modifica della dinamica delle aliquote marginali effettive.