INPS, per le donne 3 anni di esonero contributivo dopo la maternità

Aiutare donne e giovani, proponendo per le prima un esonero contributivo di tre anni al rientro dalla maternità.

“Questo è il momento di mettere in campo interventi contro la precarietà e i salari bassi e poi occorre favorire l’occupazione di donne e giovani. Perché la crescita c’è ed è forte, ma deve essere inclusiva. Appena possibile sarà necessario favorire la stabilità dei lavoratori, anche con incentivi mirati, perché se dobbiamo crescere come stiamo facendo ora, è bene che la crescita sia per tutti. La nostra deve essere una crescita inclusiva”. A dirlo è stato Pasquale Tridico, presidente Inps, in un’intervista a La Stampa. Il Presidente ha ribadito la necessità sempre più forte di aiutare donne e giovani, proponendo per le prima un esonero contributivo di tre anni al rientro dalla maternità.

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“Bisognerebbe occuparsi di giovani e donne, che dovrebbero essere sempre più incentivati nel mercato del lavoro. In questo caso gli strumenti sono molti, ma si rivolgono sempre a platee ristrette, mentre occorrerebbe alleggerire i criteri di accesso a decontribuzione donna e decontribuzione giovani già introdotti in passato per rendere queste misure più efficaci. E poi servirebbe più attenzione alle giovani madri'”, ha proseguito Tridico. Da qui, l’idea dell’esonero per contrastare il fenomeno delle donne che non rientrano al lavoro dopo il parto. In questo modo, la maternità “diventa un requisito per l’accesso alla decontribuzione e si raggiunge un duplice obiettivo: incentivare l’occupazione femminile e la natalità“.

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Inoltre, Tridico ha commentato la misura del Reddito di cittadinanza, considerato però un dividendo sociale che lo Stato assicura a tutti i cittadini, perché considera che sotto una certa soglia non si può vivere. “È uno strumento di contrasto della povertà a cui però è necessario affiancare progetti e processi di inclusione e di formazione. Hanno un ruolo importante i comuni e i Cpi, perché oltre i due terzi dei percettori del reddito minimo non sono occupabili, sono minori, invalidi, e anziani”, ha precisato. La misura andrebbe comunque resa più inclusiva, come suggerisce anche la commissione ministeriale guidata da Chiara Saraceno.

Chi beneficia dell’esonero 

 

Beneficiari dell’esonero, attualmente, sono i soggetti iscritti:

  • alle gestioni speciali dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO): gestioni degli artigiani, dei commercianti, dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri;
  • alla Gestione Separata (articolo 2, comma 26, legge 8 agosto 1995, n. 335), che dichiarano redditi ai sensi del TUIR;
  • alle casse professioni autonome (decreti legislativi 509/1994 e 103/1996);
    alla Gestione Separata, come professionisti e altri operatori sanitari (legge 11 gennaio 2018, n. 3) già collocati in pensione;
  • alle casse professioni autonome, come professionisti, medici, infermieri e altri operatori (legge 3/2018) già collocati in pensione.
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