Assumere una badante senza permesso di soggiorno è un reato e comporta la reclusione da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni e una multa di 5.000 euro.
Colf e badanti sono lavoratori domestici che prestano il loro servizio in case o famiglie che ne hanno bisogno, come assistenti di persone in difficoltà o semplicemente per dare un aiuto concreto in casa. Spesso, a svolgere questa tipologia di lavoro sono persone straniere spesso senza permesso di soggiorno. In mancanza di questo documento, la persona non può essere assunta in modo regolare e non può dunque pagare tasse e contributi. Assumere una badante senza permesso di soggiorno è un reato. Ai sensi dei Testo Unico per l’immigrazione, assumere una badante senza permesso di soggiorno, o qualsiasi altra tipologia di lavoratore, comporta la reclusione da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni e una multa di 5.000 euro.
Leggi anche: Rincaro dell’energia elettrica, ecco come possiamo difenderci, a partire dai bonus per la casa
Se invece si assume in nero, cioè senza contratto regolare, si rischia di dover pagare nuovamente tutti gli stipendi in quanto, avendoli versati in contanti, non c’è nessuna traccia che siano stati regolarmente ed effettivamente versati. Inoltre, si corrono una serie di sanzioni amministrative tra cui l’omessa o la ritardata comunicazione dell’assunzione all’INPS che va da un minimo di 200 a un massimo di 500 euro. Per quest’ultima, può essere applicata una sanzione amministrativa che va da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 12.000 euro per ogni lavoratore in nero, maggiorata di una quota di 150 euro per ogni giorno di lavoro svolto. Per l’omesso pagamento dei contributi previdenziali sono previste sanzioni pari a una cifra compresa tra il 30% e il 60% dei contributi evasi su base annua. La sanzione amministrativa applicabile anche su una sola giornata di lavoro in nero è pari a 3.000 euro.
Leggi anche: Prelievi e pignoramenti delle pensioni per debiti, come farà l’INPS con le persone in difficoltà
Chi offre lavoro, può assumere una persona già presente sul territorio italiano, con un regolare permesso di soggiorno oppure fare una richiesta nominativa in occasione dell’emanazione del decreto flussi, che stabilisce il numero massimo di assunzioni di lavoratori stranieri nel nostro paese. La richiesta deve essere accettata dallo Sportello Unico per l’Immigrazione, che lascerà il nulla osta di lavoro che permetterà al lavoratore, entro sei mesi dal rilascio, di procedere con il lavoro subordinato. Entro 8 giorni dall’arrivo in Italia, il lavoratore deve recarsi allo Sportello Unico per l’Immigrazione, dove avverrà la firma del contratto e sarà rilasciato il permesso di soggiorno per colf e badanti.
Leggi anche: 9 euro lordi l’ora per ogni lavoratore: è iniziato lo scontro sul Salario Minimo. Ecco come andrà a finire
Per la richiesta di assunzione di colf e badanti sono necessari:
- un documento di identità personale non scaduto;
- Codice Fiscale, da comunicare all’INPS per il versamento dei contributi;
- Documenti assicurativi e previdenziali (eventuale iscrizione all’INPS con altri datori di lavoro e relativo codice lavoratore);
- Eventuali diplomi o attestazioni professionali specifici;
- Eventuale attestazione di servizio;