Prorogato il termine ultimo per la presentazione delle domande dell’assegno unico per i figli. E’ possibile ottenere gli arretrati.
La misura ponte dell’assegno unico per i figli sembra procedere sulla strada giusta. Dal 1° luglio 2021 l’Inps ha riferito di aver ricevuto 492 mila richieste, pari a 853 mila assegni per minori di cui 328 mila sono stati già posti in pagamento. Altri 380 mila pagamenti dovrebbero partire a breve e, di questi, 200 mila sarebbero già stati autorizzati. 180 mila, invece, si sbloccheranno dopo le verifiche preventive, che dovrebbero arrivare a giorni in quanto, secondo le stime, i pagamenti dovrebbero essere autorizzati entro martedì 5 ottobre. Come riporta Quifinanza, “710 mila pagamenti degli 853 mila sin qui richiesti sono stati corrisposti o sono in corso di accredito: si tratta del 90% delle domande trasmesse da luglio a settembre. Ci sono poi 45 mila domande cancellate dagli stessi utenti per mancanza dei requisiti”. Insomma, un buon successo.
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Sulla misura sono in arrivo delle novità. Il Consiglio dei ministri ha infatti prorogato alla data del 31 ottobre 2021 i termini per la presentazione delle domande di assegno unico temporaneo per i figli con effetti retroattivi dal primo luglio 2021. E’ inoltre possibile ottenere gli arretrati, mentre la misura sarà operativa fino al 31 dicembre 2021.
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La misura
L’assegno unico temporaneo è una misura quindi valida fino al 31 dicembre 2021 che assegna un importo ad ogni famiglia con figli a carico. Il criterio si basa sulla dichiarazione ISEE: più questa è bassa più l’importo è elevato. E’ possibile fare richiesta fino alla fine dell’anno, mentre dal 2022 sarà sostituita dal vero e proprio assegno unico, che allargherà la soglia anche a chi ha figli maggiorenni a carico. Questo doveva entrare in vigore dal 1° luglio 2021, ma il governo non ha completato la procedura, rimandandolo all’inizio del prossimo anno.
La misura si rivolge a lavoratori autonomi, disoccupati, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, a titolari di pensione di lavoro autonomo. Dunque è necessario essere cittadini italiano o dell’Unione Europa, essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, essere residente o domiciliato in Italia con figli a carico fino al 18mo anno di età, essere residente in Italia da almeno due anni con contratto di lavoro indeterminato o di almeno sei mesi, essere in possesso di un indicatore ISEE valido. La domanda va presentata all’Inps in forma telematica, facendosi aiutare anche da un CAF o un patronato. Per tutti coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, in caso di minori a carico non dovranno presentare alcuna domanda: dopo una verifica da parte dell’Inps, infatti, i pagamenti saranno corrisposti automaticamente.