Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ha querelato don Francesco Spagnesi, l’ex parroco finito nello scandalo di droga e festini a luci rosse.
Soldi. tanti. per anni. La storia Don Francesco Spagnesi, arrestato per droga e appropriazione indebita il 14 ottobre scorso assomiglia a quella di un pozzo senza fondo. Si parla di ammanchi stimati tra 130.000 e 150.000 euro tra il 2019 e il 2021: questo il conteggio a conclusione della verifica sul conto della parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina a Prato. Lo rende noto la Diocesi pratese annunciando anche che la parrocchia ha sporto querela contro il prete per il reato di appropriazione indebita. Intanto, si spiega anche, il vescovo Giovanni Nerbini ha vietato a don Spagnesi di celebrare messa e gli altri sacramenti.
Secondo quanto ipotizzato dall’accusa il prete arrestato avrebbe utilizzato i soldi della parrocchia e anche le offerte dei fedeli per acquistare droga di cui è dipendente. Sulla base dell’ipotesi di reato contestata dalla procura di Prato la parrocchia ha provveduto alla verifica degli ammanchi.
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Il vescovo Giovanni Nerbini è passato ai fatti: ha querelato don Francesco Spagnesi, l’ex parroco alla guida dell’Annunciazione, finito nello scandalo per l’uso di droghe e per la partecipazione a festini a luci rosse. Spagnesi è stato arrestato il 14 settembre con l’accusa di spaccio a cui si sono aggiunte la truffa (per i soldi presi ai fedeli con la scusa di aiutare famiglie in difficoltà) e le tentate lesioni gravi perché da sieropositivo aveva avuto rapporti non protetti. Adesso dovrà rispondere di appropriazione indebita per gli ammanchi nel conto della parrocchia di cui è stato guida spirituale per 12 anni.
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La cifra è enorme: fra i 130mila e i 150mila euro prelevati dal 2019 all’aprile di quest’anno, quando la diocesi tolse la firma del sacerdote dal conto. Denaro usato per acquistare la droga. I contabili dell’Annunciazione hanno ricostruito i movimenti sospetti sul conto fatti da Spagnesi tenendo in considerazione bilancio e giustificativi: nel 2019 mancherebbero all’appello fra i 5mila e i 10mila euro. Nel 2020 il conto è pazzesco: l’ex parroco avrebbe prelevato fra gli, mentre, nei primi quattro mesi di quest’anno, mancherebbero fra i 45mila e i 50mila euro.
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