Esiste una cassa integrazione per le partite iva? Si. Il suo nome è ISCRO, ma per averla occorre soddisfare alcuni requisiti. Ecco quali sono.
L’ISCRO, ovvero l’Indennità Straordinaria per Continuità Reddituale e Operativa, è una novità introdotta con la legge di bilanzio 2021 e si tratta di una vera e propria cassa integrazione per le partite Iva. L nuova prestazione ha un doppio scopo: da una parte sostenere le imprese e le famiglie colpite dalla recente crisi economica, e dall’altra fornire sostegno alle categorie di professionisti esclusa da tutti i precedenti aiuti. Il meccanismo della cassa integrazione era infatti appannaggio esclusivo dei dipendenti pubblici o privati, mentre i professionisti, partite Iva e lavoratori autonomi sono rimasti esclusi.
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L’ISCRO sarà, perché non è ancora operativa, una misura di sostegno in tutto e per tutto simile alla cassa integrazione, con un assegno mensile per le partite Iva che varia da 250 a 800 euro per un periodo massimo di 6 mesi e non concorre alla formazione del reddito. I criteri per rientrare nella misura sono:
L’indennizzo compreso tra 250 e 800 euro sarà valido per un periodo massimo di 6 mesi e le erogazioni saranno gestite dall’Inps.
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I beneficiari dell’ISCRO saranno, secondo le stime, intorno ai 300.000. L’ammortizzatore servirà per categorie prive di Ordine come comunicatori, pubblicitari, web manager, consulenti pubblicitari, traduttori e venditori porta a porta. Saranno invece esclusi tutti coloro che non avranno soddisfatto i criteri e i lavoratori che appartengono a un Ordine di categoria, come avvocati, medici, architetti e giornalisti. In quanti iscritti a un Ordine, per queste categorie esiste una cassa di previdenza privata. L’ISCRO non è comulabile con il Reddito di Cittadinanza. I titolari di partita Iva che possono avere accesso all’ISCRO possono fare domanda fino al 31 ottobre 2021, poi di nuovo alla stessa data nel 2022 e 2023 presso il sito dell’INPS.
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