I prezzi dei generi alimentari nei mercati internazionali aumentano e l’effetto domino si vede anche in Italia dove saranno colpiti beni primari.
L’autunno oramai alle porte rischia di trasformarsi in un salasso micidiale per milioni di famiglie in Italia. Già è prevista la stangata sulla bolletta elettrica e del gas, su cui il governo sta cercando di intervenire per limitare gli aumenti previsti fino al 40%, ma ora ci si mette anche la congiuntura internazionale su alcuni prodotti agricoli di trasformazione che rischiano di generare una serie di aumenti incontrollati.
Si tratta di alimenti tra i più acquistati: la farina e ovviamente i derivati come il pane e la pasta, ma anche il riso, la carne, il caffè e il cacao. L’allarme è lanciato dalle associazioni di categoria e tutto parte dal mercato internazionale i cui aumenti generano un rilancio dei prezzi anche in Italia. L’Associazione Nazionale dei Panificatori Pasticceri denuncia aumenti consistenti: rispetto al luglio dello scorso anno, c’è già un +9,9% sul frumento duro e un +17,7% su quello tenero con valori record simili a quelli del 2008. Non è nulla, però, se paragonati agli oli di semi raffinati aumentati del 33% e al burro del 31%. Mal comune mezzo gaudio: questo fenomeno non è nazionale ma internazionale. “C’è poi l’aspetto degli aumenti dei consumi in particolare in un Paese vasto come la Cina – spiega Ivano Vacondio, presidente Federalimentare – La maggior domanda ha influenzato le quotazioni soprattutto in questa fase di ripresa dei consumi nel post-pandemia”.
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L’allarme viene rilanciato anche dal CNA, la confederazione nazionale dell’artigianato, che segnala aumenti del 50% del costo del grano e dell’olio di semi, un grave problema per panettieri e consumatori: “La semola di grano duro, utilizzata per produrre pasta e pane, è aumentata del 70%, quindi di conseguenza pastai e panettieri si trovano a dover aumentare i prezzi dei loro prodotti”. La speculazione fa si che i grandi produttori preferiscano vendere alla Cina piuttosto che in occidente. La coltivazione del grano è calata negli ultimi anni, mentre il consumo di pasta è salito ai massimi.
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Non è l’unico settore dell’agroalimentare in allarme, visto che sotto osservazione ci sono anche il latte e tutti i derivati. Infatti aumenterà anche il prezzo del foraggio per gli animali e questo comporterà un rischio di inflazione per tutto il paese in un momento in cui l’economia ha bisogno di essere rilanciata dopo il Covid-19 e la grave crisi che ha colpito il paese nel corso dell’ultimo anno e mezzo.
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