Sale sul palco contro il green pass anche il vicequestore della polizia di Roma, Nunzia Alessandra Schilirò: avviato un procedimento disciplinare.
A provocato furiose polemiche la partecipazione di un dirigente della Polizia di stato alla manifestazione no Green Pass organizzata a Roma a piazza San Giovanni, per di più sul palco degli interventi. Per il vicequestore Nunzia Alessandra Schirilò, questo certificato è una tessera di discriminazione incostituzionale. Non è la prima volta che la funzionaria interviene sulla questione, visti i suoi contributi al sito Byoblu, una TV online che ha preso una posizione netta contro gli obblighi vaccinali e di certificazione.
Stride di certo aver visto da una parte la polizia schierata per controllare i manifestanti e dall’altra un vicequestore arringare i presenti dal palco della manifestazione organizzata dal Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità), che ha una posizione di netta contrarietà contro il green pass.
La Schirilò ha ribadito che il momento storico è di una gravità tale che manifestare è fondamentale per denunciare qualcosa di molto simile a un delitto. Il passato della vicequestore è ricco di riconoscimenti per l’attività svolta, con quatto premi ricevuti dalla società civile, ma sulla questione green pass la posizione è ferma e netta: il provvedimento è incostituzionale, ritenuto una tessera della discriminazione o un marchio della discriminazione.
Nunzia Alessandra Schirilò, la vicequestore che ha partecipato alla manifestazione No Green Pass, rischia la sospensione
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Una delle prime reazioni è arrivata da Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, che ha confermato come riguardo alle gravissime dichiarazioni rese dal vice questore Schilirò durante la manifestazione no vax a Roma, stia seguendo la vicenda personalmente con il capo della Polizia, Lamberto Giannini, così che vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico dell’interessata.
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Per l’intervento Schilirò rischia il licenziamento dopo l’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Tra le ipotesi le si potrebbe contestare in primo luogo la “deplorazione”, ovvero la violazione dell’articolo 5 del Dpr 25 ottobre 1981, che regola le sanzioni disciplinari per il personale della Pubblica Sicurezza. La deplorazione comporta il ritardo di un anno nell’aumento periodico dello stipendio o nell’attribuzione della classe di stipendio superiore, a decorrere dal giorno in cui verrebbe a maturare il primo beneficio successivo alla data nella quale la mancanza è stata rilevata.