Si prevede l’arrivo di una batosta sull’IMU: se verrà approvata la riforma del catasto il valore degli immobili potrebbe rincarare del 300%.
L’imposta municipale propria si applica al possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli ed è dovuta dal proprietario o dal titolare di altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), dal concessionario nel caso di concessione di aree demaniali e dal locatario in caso di leasing.
Entrando più nel dettaglio, l’aliquota ordinaria stabilita dalla legge per gli immobili diversi dall’abitazione principale è pari allo 0,76% e i Comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,3 punti percentuali (l’aliquota può, pertanto, oscillare da un minimo di 0,46% ad un massimo di 1,06%), salvo che per alcune fattispecie (immobili non produttivi di reddito fondiario, immobili posseduti dai soggetti passivi dell’IRES e immobili locati) per le quali l’aliquota può essere diminuita fino allo 0,4%.
Per le abitazioni principali non esenti (categorie catastali A/1, A/8 e A/9), l’aliquota stabilita dalla legge è pari allo 0,4% e i Comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,2 punti percentuali (l’aliquota può, pertanto, oscillare da un minimo di 0,2% ad un massimo di 0,6%).
Il paventato aumento delle tasse sulla casa potrebbe affiancarsi a quelle già annunciate delle forniture elettriche e del gas, mettendo in ginocchio milioni di italiani. Come sottolinea il Corriere della Sera, l’adeguamento dei valori catastali potrebbe portare un media Milano a un aumento dell’Imu, ad aliquote costanti, del 174 per cento, a Roma del 56 per cento, a Napoli del 108 per cento e a Torino del 46 per cento, ma in alcuni comuni potrebbe schizzare a più del 300%, soprattutto per le seconde case.
Catasto, con la riforma c’è il rischio di una stangata
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Il Sistema integrato del territorio dovrebbe rappresentare – secondo quanto previsto dal provvedimento n. 20143 del 26 gennaio scorso dell’Agenzia – uno strumento funzionale ai sevizi relativi al catasto, ai servizi geotoporartografici e all’anagrafe immobiliare integrata.
Di per sé Sit non dovrebbe modificare la disciplina delle visure catastali in quanto, come ricordato dal provvedimento, Le visure degli atti e degli elaborati catastali presenti nel SIT sono consentite in conformità a quanto previsto dalla disciplina normativa di riferimento e secondo le modalità specificate nel presente provvedimenti.
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Potrebbero dunque esserci aumenti con cifre da record, soprattutto se si pensa al fatto che una riforma del catasto in questo senso non si vede da anni, e che il periodo storico attuale non è dei migliori per introdurre una nuova imposta. Attualmente poi, l’economia sta vedendo una nuova ripresa, in particolare anche il settore immobiliare, e una nuova IMU in questo senso potrebbe portare ad un arresto della crescita in questo settore.