Pensione di vecchia sospesa dall’INPS: cosa può davvero accadere

Quando si va in pensione, la pensione di vecchiaia diventa un diritto che non può mai essere sottratto, per legge, al soggetto che la percepisce. Ma c’è un’eccezione.

La pensione di vecchiaia spetta al compimento dei 67 anni e 20 anni di contributi. Una volta ottenuta, la pensione di vecchiaia può essere sospesa dall’Inps ma solo in casi specifici dal momento che la pensione di vecchiaia diventa un diritto che non può mai essere sottratto, per legge, al soggetto che la percepisce. Ma c’è un’eccezione a confermare la regola: chi percepisce la pensione non può più essere riassunto o lavorare. Infatti, le norme in vigore prevedono che per l’erogazione della pensione i lavoratori dipendenti debbano aver cessato ogni rapporto di lavoro. Se questi vengono riassunti, è necessario che tra la cessazione del rapporto di lavoro e la riassunzione intercorra un periodo di qualche settimana dal momento delle dimissioni per il pensionamento e la riassunzione, se il datore di lavoro è lo stesso.

Leggi anche: Il Gratta e Vinci rubato a Napoli è tornato nelle mani dell’anziana che l’aveva acquistato

Cosa accade, invece, nel caso di pensione di reversibilità? Il diritto alla pensione di vecchiaia non a nulla a che fare con la titolarità di una pensione ai superstiti che non ne influenza l’erogazione. La pensione di vecchiaia, raggiunta al compimento dei 67 anni in presenza di almeno 20 anni, non è subordinata né all’eventuale reddito del nucleo familiare né alla titolarità di pensione di reversibilità. Nel caso in cui non si siano maturati 20 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia, è prevista l’erogazione dell’assegno sociale, una misura assistenziale destinata ai cittadini che versano in uno stato di disagio economico e che hanno un reddito inferiore a quello stabilito annualmente dalla legge.

Leggi anche: Il Fisco deve colpirvi pesantemente. Ma era lei ad evadere le tasse

In prossimità della maturazione dei requisiti pensionistici, i soggetti interessati devono presentare apposita domanda di pensione Inps. L’Istituto verifica che effettivamente tutti i requisiti per uscire siano effettivamente soddisfatti e provvede a calcolare contributi e importo della pensione finale . In genere, l’Istituto di previdenza sociale risponde a una domanda di pensione presentata entro 3 mesi per i dipendenti del settore privato ed 8 mesi per i dipendenti del settore pubblico. La decorrenza della pensione parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha compiuto l’età pensionabile, mentre per gli iscritti alla gestione esclusiva dell’AGO decorre dal giorno successivo alla maturazione dei requisiti.

Leggi anche: Rincaro delle bollette, arriva il bonus. Ma per le famiglie in difficoltà non sarà abbastanza

L’importo della pensione di vecchiaia spettante dipende dal periodo di accredito dei contributi considerando le due modalità di calcolo con cui viene calcolata la pensione finale che sono retributivo e contributivo. Il calcolo retributivo della pensione vale per coloro che hanno maturato almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e si basa sugli ultimi stipendi percepiti. Il calcolo contributivo si basa, invece, solo ed esclusivamente sui contributi effettivamente versati nel corso della vita lavorativa, rivalutati e trasformati in rendita da un coefficiente che aumenta all’aumentare dell’età pensionabile.

Gestione cookie