Continuano le polemiche introno a ITA, la nuova compagnia aerea italiana. Dopo gli scontri coi sindacati per le assuzioni ora sono gli stipendi a suscitare polemiche.
Continuano le polemiche intorno alla partenza della nuova compagnia aerea portabandiera italiana. ITA, che sostituirà Alitalia, dovrebbe essere pronta a partire da metà ottobre 2021, ma ancora ci sono problemi con i sindacati. Dopo le polemiche che arrivate riguardo le assunzioni di ex dipendenti Alitalia, ITA si è di nuovo trovata in contrasto coi sindacati per gli stipendi dei dipendenti stessi. Il manager di ITA, Alfredo Altavilla, ha presentato ai sindacati il Regolamento aziendale applicabile al personale di Ita Trasporto Aereo: un recolamento interno riguardo tutte le condizioni di lavoro all’interno della nuova compagnia, comprese le retribuzioni dei dipendenti, dai comandanti, ai piloti, alle hostess.
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A quanto pare le retribuzioni di ITA non ha trovato l’approvazione dei sindacati, che ha ritenuto gli stipendi per i dipendenti, dai comandanti, ai piloti, alle hostess e altro personale di linea, non solo inferiori rispetto a quelli di Alitalia, ma inferiori anche rispetto alla media delle compagnie low cost, come Ryanair o Easyjet. Gli stipendi dei dipendenti di ITA sarebbero questi:
Le cifre sono medie. Scatti di carriera e anzianità permetterebbero l’accesso a somme più alte, ma mediamente le paghe di tutti i dipendenti sono state dimezzate rispetto alla precedente gestione.
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Gli ex dipendenti di Alitalia sono sul piede di guerra. Non solo la loro paga è ridotta del 50%, ma è anche inferiore a quella di tutte le altre compagnie aeree europee. Per lo stesso ammontare di ore di volo mensili, un comandante di Air France, la compagnia portabandiera francese, guadagna 15.000 euro al mese, mentre un comandate di Luthansa, compagnia tedesca, ne guadagna 13.000. La scelta di ITA di proporsi come compagnia low cost, al pari di quelle private la mette in una posizione completamente diversa rispetto alle altre compagnie aeree pubbliche, a discapito dei dipendenti. Un ulteriore problema sorto con il regolamento interno è anche la gestione delle ferie. A fronte di uno stipendio più basso, le ferie non sono aumentate, anzi, per la compagnia concederà solo 19 giorni di ferie all’anno per il personale di linea, di cui solo 6 nel perioro maggio – settembre. Altavilla spiega che la scelta è stata fatta per rendere ITA competitiva con le altre compagnie.
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