Prestare soldi a qualcuno è sempre un rischio perché si rischia di non vederli più tornare indietro. Ecco come fare in modo di riavere indietro il proprio denaro prestato.
Partiamo da un presupposto: prestare denaro da privato non è illegale. Non sono solo le banche a poter fare finanziamenti, anche i privati possono, e non è neanche necessario un contratto per sancire l’accordo, basta un accordo verbale tra le due parti. Ovviamente ci sono delle limitazioni a quanto e come un privato può prestare dei soldi: innanzi tutto non deve essere una cosa abituale, quindi una professione, i tassi di interesse non devono superare il limite dell’usura e i passaggi di denaro, se in contanti, non devono superare i 1.999,99 euro. Da 2.000 euro in su il passaggio deve essere tracciabile, quindi fatto con carta di pagamento, bonifico bancario o assegno.
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Quindi è possibile prestare dei soldi a qualcuno senza un accordo scritto, ma in quel caso diventa complicato farseli restituire in caso l’altra parte decida di ignorare i memorandum. Se avete prestato soldi a qualcuno con solo un accordo verbale e questi non vuole restituirveli si apre un contenzioso con il debitore e potete citarlo in una casua ordinaria, ma sarete voi a dover dimostrare che ci sia stato il prestito. Potreste portare come prova uno scambio di e-mail, di messaggi, o la testimonianza di persone che hanno assistito al passaggio di denaro. In caso di un contratto firmato o di un passaggio di denaro tracciabile la cosa risulta più facile, visto che ci sono tracce evidenti del passaggio di denaro che possono essere portate come prove.
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In merito alle tempistiche di restituzione, queste devono essere state stabilite in sede di accordo. Se così non fosse e l’accordo tra le due parti non prevede un tempo massimo entro cui restituire il denaro prestato, sarà il giudice a deciderlo, su richiesta del creditore, in base all’entità della somma da restituire e delle disponibilità del debitore. Prima di arrivare al tribunale, il creditore dovrebbe diffidare il debitore chiedendogli la restituzione del debito. In caso di una scadenza concordata nell’accordo la diffida non è necessaria, ma sempre opportuna. La diffida deve essere inviata tramite raccomandata o tramite posta certificata PEC, con il dettaglio del termine massimo entro cui restituire il denaro.
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