La Croazia ha presentato la richiesta per produrre Prosek, con chiaro riferimento al prodotto italiano: ora ci sono due mesi per presentare un’obiezione.
Non è solo una semplice battaglia di marchio, ma anche di salvaguardia dei prodotti alimentari italiani, già duramente attaccati dall’Italian sounding, che vede venduti all’estero da alimenti che richiamano nel nome le nostre tipicità, come ad esempio il Parmesan. Dunque la Croazia ha presentato all’Unione Europea la registrazione del nome Prosek, che richiama proprio lo strepitoso prosecco prodotto in Veneto. La domanda è stata pubblicata sulla Gazzetta Europea e, come spiegato da Coldiretti, tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione per presentare un’obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale.
Un’approvazione definitiva potrebbe mettere in difficoltà un settore che nei primi sei mesi del 2021 ha visto crescere l’export ad un cifra record del +35% e contraddice anche in maniera clamorosa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea.
Il Prosek croato vuole attaccare il dominio del prosecco italiano
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Proprio alla fine di quest’anno il prosecco dovrebbe tagliare la cifra record di 700 milioni di bottiglie prodotte, diventando la più grande denominazione al mondo. Occorre fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza dell’impegno del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del governatore del Veneto Luca Zaia e degli europarlamentari italiani ad intervenire per far respingere la domanda.
Il Prosecco è un vino bianco a Denominazione di Origine Controllata prodotto in Friuli Venezia Giulia e in Veneto. Divenuto noto negli anni novanta come Prosecco IGT (indicazione geografica tipica), ha conseguito nel 2009 la denominazione di origine controllata (DOC).
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Alcune storiche denominazioni di questo vino hanno assunto il marchio DOCG (Montello e Colli Asolani prosecco, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene). Il prosecco è il vino italiano più esportato all’estero. Nel 2014 ha superato per la prima volta lo Champagne per numero di bottiglie vendute nel mondo. Dal 2019 le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono inserite nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.