Ecco la classifica di alcuni dei lavori più richiesti ed anche introvabili, tra fabbri, tecnici specializzati ed operai.
Sono i lavoratori ad essere introvabili, oppure sono i datori di lavoro che non sanno cercarli? La colpa è di chi lavora o di condizioni di lavoro ritenute poco valide che scoraggiano i lavoratori stessi? Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, le aziende soffrono la mancanza di lavoratori. Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica sono i più ricercati, nella misura del 66,2%. A seguire ci sono i fabbri ferrai, i costruttori di utensili e assimilati nella misura del 65,8%; ancora, artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento nella misura del 65,5%. Difficili da reperire anche i tecnici informatici e i camionisti.
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Le imprese dichiarano difficoltà di reperimento nella misura del 36,4%, in aumento di 5,5 punti percentuali rispetto a settembre 2019. La quota sale al 51,6% per gli operai specializzati, mentre si attesta al 48,4% per i dirigenti, al 41,4% per le professioni tecniche e al 37,7% per le professioni intellettuali e scientifiche.
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Ad essere ricercati sono i tecnici delle telecomunicazioni (59,2%); i tecnici della distribuzione commerciale (58,7%); i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (57,1%); specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (57,2%); gli ingegneri (47,8%). In particolare, arriva al 50% la difficoltà per trovare operai qualificati negli indirizzi edile e meccanico.
Sono in programma, per il prossimo autunno, ben 526 mila assunzioni. Una tornata spinta dai contratti a tempo determinato con 275mila unità; dai contratti a tempo indeterminato, pari a 109mila; dai contratti di somministrazione pari a 49mila; contratti alle dipendenze pari a 37mila; contratti di apprendistato pari a 28mila; contratti alle dipendenze e contratti di collaborazione (10mila). Dal bollettino emerge che a trovare maggiori difficoltà sono le imprese delle regioni del Nord est, seguite da quelle del Nord Ovest (36,3%), Centro (34,0%) e Sud e Isole (33,2%).
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