Dal 15 ottobre, il Green Pass diventa obbligatorio per i lavoratori sia pubblici che privati. Ecco le nuove regole.
Il provvedimento sull’estensione dell’obbligo di green pass in tutti i luoghi di lavoro è “un decreto per continuare ad aprire il Paese”. Così, Mario Draghi, ha annunciato le nuove nuove regole, e anche nuove multe, per il mondo del lavoro. A partire dal 15 ottobre, infatti, ci si potrà recare a lavoro solo muniti dal certificato vaccinale e l’Italia, così, apre le strade verso l’obbligatorietà del Green Pass praticamente ovunque. L’obbligo scatta in tutti i luoghi di lavoro, per i dipendenti sia pubblici che privati. Sarà necessario nelle fabbriche, negli uffici, negli studi professionali, secondo quanto stabilito dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 16 settembre. Per i lavoratori privati e pubblici senza green pass, la sospensione dello stipendio scatta dal primo giorno. Qualcosa cambia, però, nelle aziende con meno di 15 dipendenti: in questo caso, la sospensione scatta dal quinto giorno.
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Nelle aziende con meno di 15 dipendenti, il datore di lavoro può sostituire temporaneamente il lavoratore sprovvisto di green pass. Nell’articolo 3, infatti, si legge che nelle piccole imprese, “dopo il quinto giorno di mancata presentazione, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021″. Del resto, era già arrivata la pressione di Confesercenti che aveva chiesto “chiarezza sulle norme che regolano sospensioni e sostituzioni nelle attività con quindici dipendenti o meno”, facendo notare come le bozze in circolazione prevedono per le aziende di ridotte dimensioni un periodo di sospensione per i lavoratori privi di pass non superiore ai dieci giorni.
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Tuttavia, Confesercenti faceva notare che la misura, formulata in questo modo, rischia di creare difficoltà nell’organizzazione del lavoro, compromettendo la prosecuzione stessa dell’attività. Anche i lavoratori privati, come quelli pubblici, se sospesi mantengono il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, pur essendo soggetti a multe da 600 a 1.500 euro.