Matteo Salvini promette l’irrealizzabile: “Quota 100 va confermata”. Ma per la pensione a 62 anni ci sono “miliardi” di ostacoli.
Il leader della Lega continua il suo pressing politico mediatico assicurando che la Riforma della Quota 100 non finirà il 31 dicembre prossimo. Durante la campagna per le elezioni amministrative 2021, Salvini sta puntando forte sulle pensioni, su cui il governo dovrà gioco forza discutere nei prossimi mesi, a cavallo della Legge di Bilancio. Si prevede all’orizzonte un nuovo incontro tra ministero del Lavoro e Sindacati, ma sul tavolo non sembra esserci margine per confermare Quota 1000, avversata anche da OCSE e Europa, che chiedono un cambiamento sostenibile economicamente. Le parti sociali chiedono di arrivare ad un compromesso a 62 anni, ma la strada sembra decisamente in salita.
Da questo punto di vista Salvini sta facendo muro, che vuole a tutti i costi evitare un allungamento dell’età pensionabile. Infatti durante l’ultimo comizio elettorale a Benevento il leghista ha ribadito la necessità di confermare Quota 100, spiegando che nella prossima legge di Bilancio ci saranno risorse che potranno confermarla anche per il 2022 e volendo anche per gli anni successivi, dichiarandosi pronto a fare “barricate” in Parlamento.
Salvini è convinto che anche nel futuro si potrà smettere di lavorare a 62 anni e non 67 come si rischierebbe con il ritorno alla Legge Fornero, da lui giudicata da sempre come negativa.
Difficile che Quota 100 possa essere confermata
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In realtà le dichiarazioni di Salvini sono mera campagna elettorale, perché la conferma di Quota 100 è praticamente impossibile. L’OCSE ha infatti rilevato che questa misura, se prolungata, comporterebbe un incremento notevole della spesa per le pensioni che già nel 2020 ha raggiunto la cifra mostruosa del 17% del PIL. Si comprende come una scelta del genere sarebbe deleteria per i conti italiani, già messi a dura prova dalla pandemia. Addirittura un prolungamento porterebbe ad un incremento di altri 11 punti entro il 2045: si tratterebbe di un vero e proprio tracollo finanziario.
Non è nemmeno vero quello che Salvini afferma, ovverosia che la mancata conferma di Quota 100 farebbe tornare in automatico la riforma Fornero.
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Anche in questi tre anni in cui vi è stata la possibilità di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, infatti, la maggior parte dei cittadini lo ha fatto seguendo le regole dettate nel lontano 2011 dal Governo Monti.
Pensione di vecchiaia, anticipata, Quota 41: tutte queste seguono quanto stabilito dalla Legge Fornero. Una piccola percentuale di persone – 300 mila secondo le stime che comprendono anche il 2021 – hanno però anticipato l’accesso alla pensione grazie a Quota 100.