Riforma del fisco, taglio dell’Irpef, riduzione del cuneo fiscale: ecco alcune proposte alle quali si lavora a Palazzo Chigi.
E’ settembre per tutti e anche a Palazzo Chigi i lavori sono ripresi, dal momento che si apre, tra le altre cose, la stagione delle nuove tasse. Semplificazione e lotta all’evasione fiscale sono le due parole d’ordine, secondo quanto dichiarato dal Governo Draghi. La riforma fiscale potrebbe vedere la cancellazione dell’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive e soprattutto la riduzione del cuneo fiscale. Modifiche in vista anche per l’Irpef, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche, progressiva e che cambia a seconda del reddito. Attualmente l’Irpef viene calcolata tenendo conto di 5 scaglioni. Con un reddito lordo compreso che arriva fino a 15.000 euro, l’aliquota fissata è del 23%. Da 15.001 a 28.000 euro, l’aliquota è del 27%; da 28.001 a 55.000 è fissa al 38%; da 55.001 a 75.000 euro è fissa al 41%. Se il reddito lordo è superiore a 75.000 euro, l’aliquota salirà al 43%.
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L’Irpef garantisce un terzo dell’intero gettito tributario, e l’obiettivo del governo è quello di arrivare ad uno sgravio di 500 euro almeno per quei redditi fino a 35.000 euro, ossia in piena fascia media. Per quanto riguarda il ceto meglio, impossibile arrivare ad un accorpamento al 27% ma si potrebbe intervenire con un taglio di qualche punto per arrivare al 34%. In programma anche un taglio del cuneo fiscale per favorire l’occupazione, così come il proposito di ridurre l’Iva attualmente ferma al 22%. A questo proposito, la Commissione finanze “ritiene opportuno che l’annunciato disegno di legge in materia fiscale contenga una specifica delega al Governo per la ridefinizione della disciplina Iva ai fini di una sua opportuna semplificazione e di possibile riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata”.
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Ovviamente non si parla di tassa patrimoniale, messa nel dimenticatoio dopo la proposta di Letta mentre si parla di una possibile riforma del catasto. Ci sarà probabilmente una fusione fra Agenzia delle Entrate ed Agenzia delle Entrate-Riscossione e sarà elaborato un sistema che consenta di elaborare le imposte rimaste bloccate che lo Stato non è riuscito a riscuotere in questi ultimi 20 anni: si parla di mille miliardi di euro. Questo nuovo meccanismo consentirà la cancellazione delle cartelle entro 5 anni in caso di mancata riscossione.
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