Ecco in quali casi scattano delle penalizzazioni nell’ipotesi di pensione anticipata con una delle opzioni attualmente disponibili.
La pensione anticipata conviene davvero? In questo articolo cercheremo di dare una risposta a questa domanda, passando brevemente in rassegna quelle che sono, ad oggi, le varie opzioni sul tavolo per poter andare in pensione, anche se il quadro potrebbe rapidamente cambiare entro la fine dell’anno con l’addio di Quota 100. Al momento, le alternative sono quota 100; opzione donna; ape sociale. Quota 100 permette di andare in pensione a 62 anni di età e con almeno 38 anni di contributi; Opzione donna permette di andare in pensione a 58 e 59 anni di età rispettivamente per lavoratrici dipendenti e autonome e con almeno 35 anni di contributi; l’ ape sociale permette di andare in pensione a 63 anni di età e con almeno 30 anni di contributi. Tutte queste opzioni, diverse tra loro e pensate per varie tipologie di lavoratori, potrebbero avere delle penalizzazioni che scattano in alcuni casi particolari.
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La pensione anticipata, come intuibile dal nome, permette di andare in pensione in anticipo rispetto al previsto, solo se raggiunti determinati requisiti o criteri che dipendono dalla modalità scelta. Nel caso di quota 100, questa implica 5 anni in meno di contributi. Il calcolo della pensione finale si basa sul versamento dei contributi effettivamente versati dal lavoratore dunque meno contributi corrisponde ad un importo minore della pensione. Le penalizzazioni potrebbero oscillare tra il 9% e il 28% circa. Con opzione donna, considerando che l’importo della pensione finale va calcolato solo con metodo contributivo, le penalizzazioni potrebbero arrivare fino al 25-30%.
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L’Ape sociale, invece, prevede l’erogazione del relativo trattamento per 12 mensilità e per un importo massimo di 1.500 euro al mese da calcolare in base alle diverse condizioni del richiedente. Il contributo non è soggetto ad integrazione. Un’ultima opzione è il contratto di espansione che prevede penalizzazioni intorno al 16% per le fasce di reddito compreso tra i 30 e i 50mila euro, arrivando anche circa al 30%. Nessuna penalizzazione è, invece, prevista per la pensione anticipata di lavoratori precoci o per chi decide di andare in pensione anticipata contributiva con sistema di calcolo della pensione esclusivamente contributivo e che non abbia versamenti anteriori al 1996.
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