Sarebbe possibile con la prossima riforma delle pensioni andare in pensione a 67 anni senza contributi? Non esattamente, ma andiamo più nel dettaglio.
Il 31 dicembre 2021 scadrà il periodo di prova di Quota 100, la misura di pensionamento anticipato introdotta nel 2018 dal governo Lega-M5S, che non sarà riconfermato per il 2022. Ci si aspetta dunque una nuova riforma delle pensioni che possa sostituire Quota 100 senza costringere quei lavoratori che non sono rientrati nei parametri di dover lavorare altri 5 anni. Al vaglio dell’esecutivo ci sono già alcune proposte, ma ancora nessuna notizia di una decisione. Il pensionamento anticipato con Quota 100 prevedeva il pensionamento all’età anagrafica di minima di 62 anni con 38 anni di contributi, senza penalizzazione sull’assegno. La misura, purché abbia dato dei risultati in termini di pensionamento rapido, è stata giudicata troppo costosa da mantenere nel tempo e i risultati stessi troppo inferiori a quanto sperato inizialmente.
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Le proposte alternative dell’INPS dal 2022 in poi sono due. La prima prevede un pensionamento anticipato a 64 anni con un sistema molto vicino a quello della pensione anticipata contributiva, oggi riservata esclusivamente a coloro che hanno cominciato a lavorare nel 1996. La misura contributiva prevede oggi il pensionamento a 64 anni di età anagrafica con almeno 20 anni di contributi se si è iniziato a versarli nel 1996, e non prima, e che l’assegno percepito sia pari a 2,8 volte l’assegno sociale INPS (quindi una pensione pari a 1280 euro). L’idea sarebbe quella di estendere la misura anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, con il vincolo del ricalcolo interamente contributivo della somma spettante.
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L’altra proposta dell’INPS è quella di una pensione a quote che permette di andare in pensione a 62\63 anni con la dola quota contributiva dell’assegno previdenziale, mentre la quota retributiva comincerà ad essere ricevuta al compimento dei 67 anni. L’obbiettivo principale di queste nuove riforme è quello di risolvere il problema lasciato a da Quota 100 senza pesare troppo sulle casse dello Stato. Le proposte dell’INPS mirano proprio a tenere bassi i costi delle nuove misure di pensionamento anticipato anche se questo le renderebbe meno favorevoli per i percettori di tali forme di pensionamento.