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Guadagnare con i falsi incidenti d’auto, cosa succede se si viene scoperti

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Riccardo Magliano

Può sembrare semplice frodare una agenzia assicurativa con un falso incidente, ma c’è da considerare che l’assicurazione ha i suoi mezzi per tutelarsi, e le conseguenze quando si viene beccati sono severe.

Simulare un finto incidente per truffare la compagnia d’assicurazione può sembrare una cosa semplice. Ci sono moltissimi tentativi ogni anno di truffare l’assicurazione: simulando un sinistro mai avvenuto davvero, oppure aggravandone artificialmente uno realmente avvenuto per ottenere un premio più sostanzioso del dovuto. Queste condotte sono illecite e rientrano nel reato di frode assicurativa. Dal canto loro le assicurazioni hanno modo e diritto di tutelarsi contro questi comportamenti dannosi. Le compagnie di assicurazione faranno le loro indagini e rilevamenti quando si tratta di sinistri, controllando di volta in volta se sono veri sinistri oppure no. Il premio assicurativo non viene consegnato mai prima di questi accertamenti.

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Quando la compagnia di assicurazione si accorge di un sinistro simulato, la società si opporrà alla liquidazione dell’indennizzo ai danneggiati se la ricostruzione denunciata dal cliente non quadra con la ricostruzione fatta dai propri periti. In questo caso potrebbero anche denunciare il responsabile per il reato di frode assicurativa sporgendo querela. Esiste però un limite pratico per quanto riguarda la tutela delle compagnia di assicurazione: la legge italiana impone un limite di tempo ristretto entro cui la società può liquidare l’indennizzo a chi ha sporto denuncia di sinistro, quindi la società si trova in tempi strettissimi a dover fare tutte le perizie del caso. Una speciale disposizione anti-frode concede alle società assicuratrici più tempo per i loro accertamenti. Contemporaneamente però il tempo a disposizione per sporgere querela è molto breve: va proposta entro 3 mesi dalla notizia del fatto reato, ovvero della presa di coscienza da parte della società di assicurazione della frode ai suoi danni.

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Alcuni sostengono che le compagnie di assicurazione sfrutterebbero questo tempo per fare i loro accertamenti sul fatto che il sinistro denunciato sia fraudolento oppure no. Dopo di ché, il tempo per sporgere querela sarebbe strettissimo, o addirittura già scaduto. Una sentenza della Corte di Cassazione, tuttavia, ha deliberato che l’assicurazione colpita dalla frode conserva il pieno diritto di sporgere querela, entro il termine di 3 mesi da quando ha raggiunto conoscenza del fatto illecito, anche se in precedenza aveva rifiutato il risarcimento e ne aveva fatto comunicazione all’interessato. In sostanza, le imprese hanno un mese in più per eseguire gli accertamenti e sincerarsi di se e come si è svolto realmente il sinistro.

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