Cambiano le buste paga per gli statali che potrebbero ricevere un premio e saranno frazionate in quattro diverse classi.
Cambiano dunque le cedole degli stipendi grazie ai nuovi contratti nazionali. Le somme potrebbero aumentare grazie ai differenziali stipendiali, con cui verrà premiato il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti nello svolgimento delle funzioni. Questo strumento sarà discusso tra l’Aran e i sindacati, insieme al possibile aumento di 104 euro lordi mensili.
Il testo prevede una suddivisione gerarchica dei dipendenti pubblici in quattro classi. Dal più basso, quelle denominato operatori, passando per gli assistenti, i funzionari e le cosiddette alte professionalità, l’ultimo gradino prima dei dirigenti. Questo è uno dei punti focali della discussione, come quello che dovrebbe disciplinare lo smart working.
Inoltre dovrebbero prendere il via in autunno nuove norme, tra cui quella legata al tema delle promozioni per gli statali, previsto dal decreto reclutamento Dl 80/2021. Tutto questo dovrebbe essere contenuto nella prossima legge di Bilancio che dovrà finanziare queste modifiche, ma l’obiettivo è migliorare la carriera nelle gerarchie della Pubblica Amministrazione.
Statali, saranno introdotti i differenziali stipendiali
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Si è parlato, nello specifico, dei cosiddetti “differenziali stipendiali“: si tratterà di incrementi fissi mensili da attivare con procedure selettive a seconda dell’area di appartenenza degli statali, raggiungibili solo da chi non ha avuto progressioni e non risulta destinatario di provvedimenti disciplinari negli ultimi 3 anni. La graduatoria verrà effettuata tramite la media punteggi annuale del dipendente, con l’inserimento di un correttivo rappresentato dai contratti integrativi.
In caso di passaggio alla classe successiva i differenziali decadranno (ad eccezione di quelli che contribuiscono a non creare una diminuzione di stipendio rispetto al periodo precedente lo scatto), mentre eventuali “promozioni” precedenti saranno inserite nella voce “salario di professionalità” (pure questo destinato comunque a decadere col passaggio al nuovo grado). Restano ovviamente da definire al meglio la quantità di denaro pubblico da destinare a questa modifica e le modalità per valutare la graduatoria.
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Per quanto riguarda l’accesso alle “alte professionalità”, vera novità del piano, sarà necessaria una laurea magistrale, “accompagnata, di norma, da un periodo pluriennale di esperienza lavorativa in funzioni specialistiche e/o di responsabilità che possono anche richiedere l’iscrizione ad albi professionali”.