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Assegno per i figli e Reddito di Cittadinanza, i due importi posso cumularsi. Ma ora ci sono dei problemi

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Chiara Feleppa

Sono in ritardo i pagamenti dell’assegno per i figli anche per chi percepisce il Reddito di cittadinanza. Ecco perché. 

Ritardi nei pagamenti dell’assegno unico per i figliIl cosiddetto assegno “ponte” per le famiglie ha preso il via a luglio ed è valida fino al 31 dicembre 2021. Infatti, l’assegno unico per i figli under 21 partirà integralmente solo dal 2022 e la soluzione dell’assegno temporaneo, o anche assegno ponte, mira proprio a colmare l’attesa dando supporto alle famiglie. Si tratta di un assegno semplificato con importi minori rispetto all’assegno da 250 euro massimi (217,8 euro), calcolato sulle condizioni reddituali reali delle famiglie. Il minimo che si può percepire è di 30 euro. L’assegno è rivolto a tutte le famiglie con figli minori di età che non abbiano i presupposti per ricevere gli assegni familiari. La famiglie deve avere un ISEE inferiore a 50 mila euro annui.

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Ad oggi, sono state circa 300 mila le domande presentate ma, se alcuni hanno già ricevuto le prime mensilità, altri sono ancora in attesa da diverse settimane. Uno dei primi motivi del ritardo potrebbe essere determinato dal mese di agosto, durante il quale gli uffici dell’INPS hanno lavorato a ritmi ridotti a causa delle ferie. Pertanto, è stata rallentata notevolmente la lavorazione delle pratiche e ci sono stati conseguenti ritardi per l’assegno unico e per le altre prestazioni come la Naspi o contributi simili. Inoltre, in fase di controllo, l’INPS deve verificare non solo l’ISEE del richiedente ma anche tutti i requisiti dovuti. In primo luogo, quello di non essere beneficiario dell’assegno al nucleo familiare, che non può essere richiesto in concomitanza ma solo in alternativa.

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E il reddito?

Ad attendere sono anche coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza. Per questi ultimi, in verità, l’accredito dell’assegno scatta in automatico senza necessità di inoltrare nuova domanda. Coloro che sono beneficiari della misura, non devono avanzare richiesta del beneficio, in quanto questo gli viene riconosciuto d’ufficio. L’Inps effettua automaticamente una valutazione di tutti i nuclei familiari che percepiscono reddito di cittadinanza, verificando che ci siano figli minorenni nell’ISEE e che nel contempo nessuno dei genitori si trovi nella condizione di poter usufruire degli assegni al nucleo familiare. Il pagamento dell’assegno unico non è arrivato insieme alla ricarica di agosto e, pertanto, si dovrà attendere settembre. 

Per quanto riguarda i requisiti soggettivi del richiedente, è necessario:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’UE, o suo familiare titolare del diritto di soggiorno;
  • essere cittadino di uno Stato non appartenente all’UE, in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
  • essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • essere domiciliato o residente in Italia e abbia i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
  • essere residente in Italia da almeno 2 anni, anche non continuativi, oppure sia titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

I requisiti del bonus

Il bonus viene corrisposto per ogni figlio minore d’età e diminuisce all’aumentare del livello dell’ISEE. Se la famiglia è composta da più di due figli l’importo unitario per ciascun figlio minore viene aumentato del 30% e per ciascun figlio minore con disabilità gli importi sono maggiorati di 50 euro. Dai 18 anni di età, una somma ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se:

  • è iscritto all’università;
  • è un tirocinante;
  • è iscritto a un corso professionale;
  • svolge il servizio civile;
  • svolge un lavoro a basso reddito.

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