Il fisco può arrivare a pignorare il conto corrente, ma ci sono dei limiti a questo tipo di azione: ecco i consigli come difendersi.
Quali sono i rischi per il conto corrente? Diversi, e tra questi il pignoramento rappresenta un caso particolare: consiste nel blocco e nell’eventuale trasferimento, ad altro soggetto, delle risorse depositate. Ecco tutto ciò che è indispensabile sapere per tutelare i proprio risparmi.
La ripresa delle attività dell’ex Equitalia infatti farà riprendere la riscossione coattiva ferma da marzo 2020. Questo comporta il rischio per stipendi e pensioni, visto che parte il sistema dell’ingiunzione fiscale senza che il governo abbia preso una qualche misura nonostante i gravi problemi economici che stiamo ancora vivendo. Saranno quindi colpiti tutti, sia partite IVA, che lavoratori e pensionati, pubblici e privati. Stipendi, pensioni e compensi potranno essere assaltati per i mancati incassi della Riscossione, quindi tutte le conseguenze arriveranno a cascata, ipoteche, fermi amministrativi e pignoramenti.
Queste procedure vengono anticipate dalla notifiche emessa dalla Riscossione della cartella esattoriale minimi un anno prima. L’intimazione al pagamento impone un periodo di 5 giorni per pagare l’importo in ingiunzione, ma si può disporre comunque di una richiesta di rateizzazione delle somme a debito o presentare una richiesta di sospensione legale.
Dal primo settembre sono riprese le le attività dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con l’invio delle notifiche delle nuove cartelle di pagamento posticipate per gli effetti della pandemia. Partiranno inoltre gli avvisi di accertamento esecutivo, e gli addebiti INPS, i pignoramenti delle cartelle oggetto della sospensione e la riattivazione delle procedure cautelare del fermo amministrativo, nonché delle ipoteche.
Pignoramento del conto corrente, come difendersi
LEGGI ANCHE: Multe raddoppiate nei divieti di sosta, come fare per evitarle
Per difendersi dal pignoramento esistono diverse soluzioni. Per esempio esiste la possibilità di aprire un nuovo conto, magari all’estero, anche se la normativa legata a questa possibilità ha ristretto molto il campo delle possibilità. A parte questa soluzione c’è la possibilità di restituire il debito rateizzandolo con l’Agenzia delle entrate. C’è poi una ulteriore possibilità: se il conto è cointestato, è possibile pignorarne solo la metà.
LEGGI ANCHE: Roberto Benigni, ecco cosa si sa del suo patrimonio
Procedere al pignoramento del conto corrente non è tuttavia facile per un creditore: è necessario infatti avere un’autorizzazione motivata, ovvero un titolo esecutivo legato a una sentenza, un atto giudiziario o un decreto ingiuntivo. Con una simile precondizione si tenta di evitare il ricorso a una soluzione drastica, in presenza di mancanza di piccola entità o lieve da parte del soggetto intestatario del conto corrente.