Dopo un certo periodo di tempo, cambiare la caldaia di casa propria non è più un optional, ma un obbligo a cui devi sottostare!
Case singole, villette, grandi ville: quando è obbligatorio cambiare caldaia in un appartamento privato? E’ bene specificare, innanzitutto, che in questo caso si parla di caldaie in case indipendenti. Queste hanno in genere un ciclo di vita che si aggira tra 10 e 15 anni oppure, in alcuni casi limite, anche ai 20 anni. Generalmente, trascorso questo arco di tempo, la caldaia inizia a dare problemi o a fornire prestazioni decisamente peggiori di quelle fornite appena usata. Chiaramente, il tutto dipende dall’impianto; dalla marca; dalla potenza. Generalmente, stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, cambiare la caldaia diventa obbligatorio dopo 10-15 anni circa di vita dell’impianto in una casa, a prescindere se questa è una casa in un condominio oppure una casa singola indipendente, una villetta o una grande villa.
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Lo stesso vale per caldaie in appartamenti condominiali. Infatti, stando a quanto previsto dalle leggi europee in vigore, è obbligatorio cambiare la caldaia dopo un determinato periodo di tempo, sia se i cambiamenti vanno effettuati per tutto il condominio sia che si tratti di caldaie autonome in appartamenti in condominio.
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Quale scegliere?
Le condizioni per cambiare caldaia dipendono comunque dalla tipologia. Se si tratta di caldaie tradizionali a camera stagna, che non si possono più immettere sul mercato ma che si possono comunque installare fino ad esaurimento scorte, il cambio caldaia deve essere effettuato ogni 10-15 anni, preferendo poi una caldaia a condensazione. Quest’ultima consuma meno a fronte di un alto rendimento, in quanto funziona recuperando il calore dai fumi di combustioni e dal vapore acqueo generato durante la combustione, in grado di garantire una resa maggiore del 15% e diminuire l’immissione di fumi nell’atmosfera. Pertanto, quest’ultima è senza dubbio quella da preferire nel caso in cui ci sia necessità di sostituirla.