Imposta sui rifiuti non pagata, se l’importo è troppo alto la responsabilità è penale

Attenzione a cosa succede se non si paga la Tari: l’imposto suo rifiuti è una tassa comunale che cade in prescrizione dopo 5 anni.

L’omesso versamento viene sempre interpretato come evasione fiscale con tutte le conseguenze previste dalla legge per le altre tasse. Nel momento in cui si ricorda di non averla pagata dopo qualche mese è possibile il ravvedimento operoso, che permette una riduzione delle sanzioni adempiendo al pagamento in ritardo purché, non sia già arrivato un accertamento.

Ma in caso contrario cosa succede? A prescindere se si tratti del primo o del secondo acconto ci sono dei gravi rischi che corre il contribuente che omette di versare anche in ritardo il pagamento della Tari. Questa è l’imposta sui rifiuti, un tempo chiamata Tarsu e Tia, ma oggi la sostanza non è cambiata, si tratta di una imposta di pertinenza dei comuni che sono titolari del credito e del diritto alla riscossione, tramite un’agenzia locale che ha firmato una apposita convenzione che la rende di fatto un vero e proprio esattore autorizzato.

La Tari va pagata da parte di chi è proprietario dell’immobili o l’utilizzatore, quindi l’inquilino, il comodatario, l’usufruttuario. Viene esentato solo l’affitttuario con un contratto di durata inferiore a sei mesi. Sono comprese nella Tari anche le pertinenze dell’appartamento, come i garage, ma non lo sono le aree scoperte. In caso di presenza di più titolari sono tutti tenuti in solido.

Come calcolare la Tari e cosa succede se non la paghimancato pagamento tari

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Per conoscere l’ammontare è necessario presentare una dichiarazione entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di inizio del possesso. Questa dichiarazione rimane valida anche per gli anni successivi, a meno che non si modifichino i dati dichiarati, come il numero degli occupanti. La Tari si paga tramite F24 o con bollettino di conto corrente postale o tramite altre modalità di pagamento elettronico, solitamente in due rate o in rata unica entro il 16 giugno.

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Per chi paga in ritardo un omesso versamento scattano comunque le sanzioni, ridotte grazie al ravvedimento operoso, che corrispondono a 1/10 di quella ordinaria se avviene con un ritardo di 30 giorno, a 1/9 se il pagamento avviene entro i 90 giorni, a 1/8 se avviene entro l’anno in cui è stata commessa la violazione, a 1/7 se avviene entro l’anno successivo, a 1/6 se avviene oltre l’anno successivo, a 1/5 se avviene dopo la contestazione. L’omesso versamento non costituisce reato se il debito rientra nei 30mila euro, per importi superiori scatta il penale.

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