Se mancate il pagamento dell’IMU si potrebbero aprire due strade. O una sanzione fino al 30%, o un ravvedimento che vi permetta di evitare ulteriori pagamenti.
Le scadenze previste per il pagamento dell’IMU (Imposta Municipale Unica), ovvero l’imposta comunale sul possesso di immobili, sono il 16 giugno per il primo acconto e il 16 settembre per il saldo completo. Non esistono dilazioni o periodi di grazia per il pagamento di questa tassa, è soltanto possibile pagarla o subire le conseguenze del non averla pagata. In caso di IMU non pagata, infatti, la sanzione prevista è del 30% in più rispetto a quanto dovuto. Una somma piuttosto alta, che può tuttavia essere ridotta di molto grazie all’istituto del ravvedimento operoso. In questo modo si può regolarizzare la propria posizione senza incorrere in ulteriori sanzioni.
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Dal momento del mancato pagamento dell’IMU il Comune può in qualsiasi momento far scattare un accertamento sulla posizione di un contribuente rispetto al pagamento della tassa. L’accertamento difficilmente parte prima di un anno dopo la scadenza della tassa stessa, ma una volta partito e portato a termine, il procedimento obbligherebbe il contribuente a versare la sanzione massima del 30%, mentre con un ravvedimento operoso portato in tempo il pagamento ulteriore si ridurrebbe al 5%. Il 5% di aumento dell’importo è la soglia massima di aggiunta nel caso di un ravvedimento operoso del contribuente che metta in opera l’istituto oltre un anno dalla scadenza della tassa.
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L’aumento dell’importo IMU dopo il ravvedimento operoso non ha un importo fisso, ma sale per quanto tempi il contribuente impieghi a far partire l’istituto. Da un minimo dello 0,1% aggiuntivo dopo un giorno e uno 0,1% in più per ogni giorno di ritardo fino a 14 giorni. Dopo il quattordicesimo giorno l’aumento sale a 1,5% in più al giorno a partire da 15 giorni dopo la scadenza fino ai 30 giorni. Dopo i 30 giorni dalla scadenza del pagamento IMU, l’aumento cresce a 1,6667% al girono dal giorno 30 al giorno 90 dopo la scadenza. E così a salire fino al raggiungimento del massimale del 30%. In pratica il ravvedimento può essere effettuato anche anni dopo la scadenza del pagamento, ma prima viene fatto e meno si deve pagare. Oltre al ravvedimento operoso, tuttavia, per il saldo del debito occorre aggiungere anche gli interessi legali. Il tasso varia a seconda degli anni (1% nel 2014, 0,5% nel 2015, 0,2% nel 2016 e così via). Nel caso in cui dovesse invece intervenire il Comune con un atto di accertamento (che, ricordiamo, spesso parte poco dopo un anno dopo la scadenza) il pagamento da effettuare sarà sempre del massimale del 30%.