Ecco quali sono le città penalizzate dal nuovo catasto e cosa cambia per il pagamento dell’Imu e delle tasse.
Più che la dura legge del gol, è la dura legge del Catasto. Con il termine catasto ci si riferisce, in generale, a un qualsiasi tipo di rilevazione sistematica accompagnata da una mappa e un registro consultabile su richiesta. Fra i più noti, ci sono il catasto dei terreni e il catasto edilizio che si compone di una serie di documenti, mappe e atti, attraverso i quali vengono descritti i beni immobili, il nome dei proprietari e relative rendite, su queste vengono calcolate tasse e imposte da pagare. Sembra che, stando ai dati catastali, ci sono città in cui avere una casa conviene più che in altre. E’ il caso, ad esempio, di Imperia mentre Pordenone non risulta in tal caso un affarone.
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A dirlo sono i dati de Il Sole 24 Ore che, in collaborazione con Nomisma, ha confrontato il valore catastale medio di abitazioni in categoria A/2 e A/3, pari al 79% del totale, e le quotazioni medie di fine 2020 per un appartamento di 90 metri quadrati ad uso civile. Dal 1° febbraio è entrato in vigore il nuovo sistema integrato dell’Agenzia delle Entrate, che ha raccolto in un unico archivio digitale tutte le informazioni di 74 milioni di immobili in tutto il Paese: atti, valori catastali, mappe alle immagini satellitari. La piattaforma online permette di accedere a tutte le informazioni di tipo fiscale relative a un determinato immobile e sarà un mezzo indispensabile per realizzare un’eventuale riforma del sistema catastale, attraverso la quale formulare una nuova fiscalità sugli immobili.
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Tramite il SIT, l’Agenzia delle Entrate è in grado di assegnare un livello indicativo del valore di mercato di qualsiasi immobile, utilizzando tutti i dati in possesso. Tuttavia, ad oggi, la superficie delle abitazioni non è valutata sui metri quadrati ma sul vano catastale. Pertanto, i valori fiscali attualmente in vigore sono valutati sulla base della quotazione di mercato. Il nuovo sistema ha comportato aumento sensibile delle tasse da pagare per i proprietari di casa.
I valori
Grazie al nuovo catasto, gli immobili ristrutturati hanno visto crescere la rendita: è il caso di alcuni Comuni come Roma, Milano, Bari e Lecce. Fuori dai capoluoghi, il catasto è più penalizzante per i proprietari dal momento che nei piccoli centri i valori di mercato riflettono le minori possibilità di affitto e rivendita. A parità di delibera, l’Imu va dallo 0,4% di carico fiscale sul valore di mercato effettivo ad Imperia fino ad arrivare all’1,2% di Pordenone. A Milano, siamo ad uno 0,5%. La discrepanza si spiega con il fatto che case in centro con pochi vani hanno rendite più basse ma, essendo in categoria signorile, pagano di più. Invece, abitazioni di nuova costruzione sono più quotate dal catasto ma se iscritte in una categoria specifica possono avere agevolazioni.
llo stato attuale, come si legge sulle “Raccomandazioni specifiche per Paese” del 2019 della Ue citate nel Pnrr, suggeriscono una “riforma dei valori catastali non aggiornati”. La revisione, però, non è prevista nella riforma fiscale il cui disegno di legge delega è atteso a settembre in Consiglio dei ministri. Il silenzio è d’oro ma non in questo caso: nonostante le ipotesi circolate nelle scorse settimane, la volontà parlamentare è quella di non riaprire un dossier così delicato anche se è lo stesso Ministero dell’Economia ad aver sollecitato aggiornamento e integrazione dei database immobiliari “anche nell’ottica di una più equa imposizione immobiliare”.