Dal primo settembre riparte l’offensiva del Fisco, dopo la fine allo stop alla cartelle. Per questo c’è il rischio di pignoramento dei conti correnti.
La ripresa delle attività dell’ex Equitalia infatti farà riprendere la riscossione coattiva ferma da marzo 2020. Questo comporta il rischio per stipendi e pensioni, visto che parte il sistema dell’ingiunzione fiscale senza che il governo abbia preso una qualche misura nonostante i gravi problemi economici che stiamo ancora vivendo. Saranno quindi colpiti tutti, sia partite IVA, che lavoratori e pensionati, pubblici e privati. Stipendi, pensioni e compensi potranno essere assaltati per i mancati incassi della Riscossione, quindi tutte le conseguenze arriveranno a cascata, ipoteche, fermi amministrativi e pignoramenti.
Queste procedure vengono anticipate dalla notifiche emessa dalla Riscossione della cartella esattoriale minimi un anno prima. L’intimazione al pagamento impone un periodo di 5 giorni per pagare l’importo in ingiunzione, ma si può disporre comunque di una richiesta di rateizzazione delle somme a debito o presentare una richiesta di sospensione legale.
Dal primo settembre dunque riprende l’attività dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con l’invio delle notifiche delle nuove cartelle di pagamento posticipate per gli effetti della pandemia. Partiranno inoltre gli avvisi di accertamento esecutivo, e gli addebiti INPS, i pignoramenti delle cartelle oggetto della sospensione e la riattivazione delle procedure cautelare del fermo amministrativo, nonché delle ipoteche.
Saranno inoltre ripristinate le verifiche per i pagamenti superiori a 5mila euro. In caso di debiti erariali, sarà fermato il pagamento fino a recupero dell’importo dovuto.
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Oltre le cartelle esattoriali dormienti ripartiranno anche i pignoramenti, fermi amministrativi e le verifiche della pubblica amministrazione per fatture con valore maggiore di 5000 euro. La situazione sarà più semplice per chi invece stava pagando le rate, per cui è prevista una ripresa lenta, con le ultime scadenze fissate al 30 settembre 2021. I versamenti comunque possono essere rateizzati, ma la domanda va presentata entro il 30 settembre 2021.
Nel momento in cui la Riscossione notifica una cartella esattoriale, il contribuente può esercitare una azione di opposizione nei termini di legge, ma in mancanza di questa la sentenza passa in giudicato e l’atto non può essere più impugnato, perché sono trascorsi i termini fissati per presentare ricorso.
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