Medico di famiglia e assistiti: quali doveri ha il primo nei confronti dei secondi soprattutto quando si tratta di persone avanti con l’età.
Il medico di base ha un ruolo determinante nell’interfaccia tra i pazienti e le eventuali cure o analisi specialistiche. Il suo ruolo, se mai ce ne fosse stato bisogno, è stato sottolineato dalla pandemia, ed è diventato cruciale per indirizzare verso la giusta direzione gli ammalati. Non solo diagnostica la prima diagnosi, ma valuta le cure, effettua i controlli periodici, prescrive farmaci e eventuali visite specialistiche.
Si tratta della prima difesa della sanità, una prima linea del SSN, il servizio sanitario nazionale. Non solo presta la sua attività in studio, ma può visitare i malati a domicilio, quando è il caso. Ci sono a tal riguardo delle normative molto precise su questo servizio, che non è accessibile, sempre, anche in caso di persone molto avanti con l’età.
Il medico di famiglia può visitare a casa gli anziani in determinate condizioni. Innanzitutto dipende dal loro gradi di trasferibilità: lo status di salute non consente di recarsi presso l’ambulatorio medico, va valutato caso per caso. Ma come lavora il medico di famiglia? Può essere presente a studio in orari e giorni prestabiliti, e questa presenza varia in base al numero di assistititi. Fino a 500 pazienti serve presennza almeno un’ora al giorno per 5 giorni la settimana, dal lunedì al venerdì, fino a 1000 pazienti servono 2 ore al giorno per 5 giorni a settimana. Infine se supera i 1000 pazienti, devono essere garantite almeno 3 ore al giorno per 5 giorni la settimana.
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Il sabato invece non c’è obbligo, se non la reperibilità telefonica per almeno 2 ore, dalle 8 alle 10. Quest’ultima deve essere garantita anche durante la settimana. In caso di affollamento o, di pandemia, il medico può decidere di visitare solo su appuntamento, tranne che nei casi di urgenza. Le visite domiciliari invece sono svolte anche il sabato.
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La Corte di Cassazione ha stabilito che un malato non è trasferibile, quindi non visitabile a studio, nel caso in cui il trasferimento posso causare rischi gravi per la salute o creare condizioni di vita particolarmente penose. La definizione rimane vaga ed è al medico che spetta di stabilire le condizioni del soggetto e non basta che siano anziani. Deve essere presente una patologia che non permette la deambulazione, oppure una insufficienza cardiaca o respiratoria grave, paraplegici o tetraplegici, soggetti che soffrono di demenza o con febbre molto alta. Infine il prezzo della visita, che varia a seconda del medico e a seconda della prestazione effettuata
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