Arriva l’Agenzia delle Entrate, quale consiglio su come difendersi

I controlli dell’Agenzia delle Entrate possono portare all’accusa di evasione fiscale. Ecco come affrontare un contenzioso con il Fisco.

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Per poter fronteggiare l’accusa di evasione fiscale, da parte dell’Agenzia delle Entrate, bisogna che la difesa sia guidata da un professionista. In ogni caso, non è affatto semplice affrontare un qualsiasi tipo di contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. Spetterà infatti al contribuente l’onere di dimostrare che le accuse sono infondate. Per fare questo bisognerà comprendere il contenuto dei documenti fiscali, che possono essere davvero complessi. Ecco perché, per sostenere un’accusa del genere, entra in gioco la perizia giurata, ovvero uno strumento con cui difendersi dalle verifiche dell’Agenzia delle entrate.

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Perché una perizia giurata venga presa in considerazione e abbia qualche possibilità di smontare le accuse dell’Agenzia, è fondamentale affidarsi a un professionista in materia fiscale. L’obiettivo sarà quello di dimostrare il comportamento corretto del contribuente, in modo da far cadere l’accusa di evasione. Affinché la perizia sia considerata valida, il professionista deve anche dimostrare, tramite una dichiarazione, che stia svolgendo il suo lavoro al solo scopo di conoscere la verità. La difesa si basa infatti sulla presentazione di documenti incontestabili che solamente un commercialista o un esperto di contabilità è in grado di preparare.

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Cosa guarda l’agenzia delle entrate

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L’Agenzia delle Entrate può controllare conti correnti, movimenti bancari e persino l’ammontare degli investimenti effettuati nell’anno. Tutto questo risulta dai dati presenti nell’Anagrafe tributaria. L’attenzione può riguardare anche gli immobili, come autoveicoli, ma anche beni come polizze assicurative, contributi previdenziali volontari, investimenti, azioni, fondi di altro tipo, buoni postali fruttiferi e conti di deposito. Nei controlli rientrano persino oggetti d’arte, possedimenti in oro e soldi in valuta estera. Non sfuggono all’occhio dell’Agenzia anche le spese utilizzate per trasferimenti, tasse e contributi, persino gli assegni di divorzio.

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