L’irregolarità fiscale conduce a una sanzione amministrativa e non a un reato. Ecco come mettersi in regola e non incappare in sanzioni.
Le tasse sono una delle poche certezze della vita. Già, perché nessuno può sfuggire al pagamento delle imposte e tutti i cittadini sono chiamati a pagarle, in proporzione al proprio reddito e in considerazione di molti altri fattori che incidono sugli importi, sui tempi, ecc. E, a proposito di tempi, ci sono scadenze ben precise da rispettare per il pagamento delle tasse. Un solo giorno di ritardo, infatti, costa caro! Per evitare di incappare nelle conseguenze per il ritardo nel pagamento, conviene sicuramente rispettare le scadenze ed adempiere ai propri doveri. Ma cosa accade quando si pagano in ritardo le tasse?
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Come già detto, un solo giorno di ritardo è sufficiente per vedere aumentato l’importo delle tasse. La maggiorazione cresce con il passare del tempo. La sanzione, in genere, è del 15% ma se le tasse vanno sanate entro 15 giorni, la sanzione è ridotta a all’1% per ogni giorno di ritardo. Se invece il contribuente parifica i suoi conti entro 90 giorni, la sanzione è del 15%. In ogni caso, la regolarizzazione spontanea permette di pagare un importo ridotto, nel caso di tasse versate in ritardo. Nel caso di ritardi nei pagamenti delle tasse, il pagamento dell’imposta dovuta ma non versata va effettuata regolarizzando la propria posizione, spontaneamente, sul sito delle Agenzie delle Entrate.
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I casi di mancato pagamento delle tasse possono essere differenti. Infatti, se intendi non presentare la dichiarazione dei redditi, incappi in sanzioni diverse da quelle che rischi se decidi di non versare le tasse che ti sono già state richieste come l’Irpef o l’Iva sulle fatture. In quest’ultimo caso, puoi essere sanzionato solo per il mancato versamento delle imposte. La mancata dichiarazione dei redditi costituisce invece un illecito più grave. In questo caso, saranno eseguiti dei calcoli sulla base della media degli operatori del tuo settore, per calcolare le imposte dovute: potresti pagare molto di più di quello che avresti versato allo Stato. Con la riforma del 2016, la prescrizione per l’illecito tributario dell’omessa dichiarazione dei redditi prevede 7 anni che iniziano a decorrere dal 1° gennaio successivo a quello in cui la dichiarazione sarebbe dovuta essere presentata. Tuttavia, oltre alle tasse, andranno pagate anche le imposte. Nel caso in cui l’imposta evasa supera i 50mila euro, scatta la reclusione da 1 a 3 anni. Per l’omesso versamento di Iva e di ritenute certificate, la soglia di punibilità è stabilita in 250.000 mila euro.
Chi invece non ha versato le imposte dovute allo Stato, al Comune o alla Regione, dopo un avviso di accertamento, che rileva il mancato versamento delle imposte, riceverai una cartella di pagamento. Se questa non sarà pagata entro 60 giorni incapperai un fermo auto, un’ipoteca sulla casa o un pignoramento immobiliare, mobiliare o presso terzi.
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