L’Inps non riconosce più come malattia l’isolamento del lavoratore per contatto Covid. Chi paga e quali conseguenze per le aziende?
La quarantena a causa del Coronavirus non è più a carico dell’Inps. Una decisione che ha messo fortemente a rischio la tutela dei contributi dei lavoratori, che ora si trovano spiazzati di fronte ad un cambio totale dell’impostazione dell’istituto previdenziale. In una nota emessa il 6 agosto la 2842, l’Inps ha infatti specificato che l’isolamento non è più parificato alla malattia, dunque non sarà coperto. Per coprire anche il periodo di quarantena, ad inizio pandemia, erano stati stanziati 663,1 milioni di euro ai fini del riconoscimento dell’indennità previdenziale per l’anno 2020, delle certificazioni attestanti la quarantena con isolamento fiduciario redatte dai medici curanti anche nei casi in cui non sia stato possibile reperire alcuna indicazione riguardo al provvedimento emesso dall’operatore di sanità pubblica.
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Era infatti sufficiente un certificato di malattia del medico di base per rientrare in questa copertura. Tuttavia, lo stanziamento è stato reso valido solo per il 2020; per questo, l’Istituto di previdenza sociale non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso. La quarantena, dunque, non è più riconosciuta come malattia per quanto riguarda il trattamento economico e previdenziale. Ciò significa che, tutti i lavoratori che sono rimasti in quarantena per contatti con positivi, nonostante la presentazione del certificato medico , vedono riconosciutosi il periodo di assenza come ferie o come ingiustificato. Di conseguenza, l’Istituto procede al relativo taglio dello stipendio che può arrivare alla metà se la quarantena è stata lunga 14 giorni.
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Sono però coperti i casi accertarti di Covid. La mancata copertura da parte dell’Inps ha conseguenza anche e soprattutto sui lavoratori. Nel caso in cui non è attuabile la via dello smart working, a pagare è l’azienda o il lavoratore stesso. Per questo motivo, i sindacati hanno chiesto al governo un intervento normativo urgente che consenta all’Istituto di assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori le tutele dovute. Preoccupazione anche da parte delle imprese. Unimpresa, associazione che rappresenta le micro, piccole e medie imprese ha sottolineato che gestire l’assenza di personale potrebbe avere notevole conseguenze sull’operatività aziendale. Inoltre, l’azienda subirebbe un peso per l’eventuale compensazione dei buchi nelle retribuzioni dei dipendenti.
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