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Residenza all’estero per non pagare le tasse, cosa puoi fare davvero

Published by
Giulia Belardinelli

Si possono pagare meno tasse, ottenendo la residenza all’estero. Ecco cosa bisogna fare per ottenere una residenza oltre il confine italiano.

Si può richiedere all’Agenzia delle Entrate di rilasciare un attestato di residenza fiscale estera, così da risparmiare sulle tasse. La residenza all’estero e il suo attestato possono essere richiesti presso qualunque sportello dell’Agenzia, da persone fisiche, enti e società. Per farlo viene richiesto un contributo di soli 3,10 euro. Detto questo, per stabilire dove si possono pagare le tasse, se all’estero o in Italia, ci sono alcuni criteri da considerare.

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Il primo criterio da considerare è dove i redditi del soggetto vengono prodotti o percepiti, mentre il secondo criterio è la sua appartenenza a un determinato Stato, nel nostro caso l’Italia, che può richiedere di pagare le imposte anche sui redditi realizzati oltre il confine italiano. La residenza in un determinato Stato è l’elemento fondamentale per individuare il proprio regime fiscale. La legge italiana, in particolare, considera residenti all’estero tutti coloro che vi si trattengono per almeno 183 giorni all’anno. Per cui non è possibile avere una residenza di comodo solo risparmiare sulle tasse, bisogna materialmente vivere all’estero per un lungo periodo.

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L’iscrizione all’Aire per ottenere i vantaggi fiscali

L’iscrizione all’Aire, ovvero l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, viene fatta da chi si sposta all’estero per viverci stabilmente. Una volta iscritto, il soggetto viene automaticamente cancellato dall’anagrafe della popolazione che risiede in Italia. Questo passaggio è importantissimo, per evitare una doppia tassazione. Chi non è iscritto all’Aire, o lo è da meno di 183 giorni, dovrà presentare la dichiarazione dei redditi e pagare tutte le tasse in Italia, anche per quanto riguarda i redditi prodotti all’estero. Attenzione però, il Fisco considera come un valido indizio sulla permanenza della residenza italiana il mantenimento nel territorio del proprio domicilio. Ancora più sospetto è il trasferimento in uno Stato considerato a fiscalità privilegiata.

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