Una storia incredibile: un cittadini si è visto recapitare 20 multe dall’autovelox, ma la sua moto era ferma dentro al garage.
Certo a tutti noi è capitato di ricevere una multa per una infrazione che non abbiamo mai commesso. Del resto questo può capitare nel momento in cui un vigile non riesca a prendere con precisione una targa: questo ovviamente comporta una lunga e pesante trafila per dichiarare la propria innocenza, tanto che a volte conviene pagare la multa in formato ridotto piuttosto che infilarsi dentro i meandri della burocrazia.
Infatti è necessario sempre dimostrare che il veicolo non era in movimento in un dato momento: quindi dichiarare di essere a lavoro, o dal medico, oppure mostrare uno scontrino di parcheggio con la targa inserita. Ma quello che è accaduto a Karen Goode, una studentesse di Northampton, lascia veramente senza parole. La cittadina britannica ha ricevuto una comunicazione che le spiegava di essere stata pizzicata da un autovelox mentre andava a 50 miglia l’ora, circa 80 km/h su una strada dove il limite è di 30 miglia, circa 50 km/h.
All’inizio ha pensato che fosse uno scherzo o un errore, ma poi ha compreso quanto fosse seria la situazione. Il fatto è che la moto a cui fa riferimento la targa è chiusa in garage. Purtroppo con il passare del tempo il numero di multe ha continuato ad aumentare ed in cinque mesi è arrivata al totale di 20 sanzioni, tutte per eccesso di velocità.
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La ragazza ha continuato dunque a ricevere lettere dalla polizia, come racconta il sito Wales Online. Ovviamente Karen si è rivolta alle autorità locali che le avrebbero consigliato di ignorare le sanzioni in quanto si tratta di un evidente errore. Ma dopo il danno è arrivata anche la beffa, visto che è giunta una comunicazione per cui sarebbe stata deferita al Magistrates Court, quindi in tribunale.
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Questo comporta che non è stato fatto nulla per annullare le multe, causando molto stress alla ragazza, preoccupata di doversi presentare davanti ad un giudice e per giunta con un avvocato a fianco che la possa difendere. Dopo diversi mesi la questione è tutt’altro che risolta: certe volte la burocraziona finisce veramente in tilt.
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