Si stanno allargando le possibilità per andare in pensione a 56 anni. Non c’è ancora una conferma da parte del Governo, ma si sta lavorando per poter dare ai lavoratori delle forme di congedo anticipato.
Andare in pensione a 56 anni è una possibilità importante per molti lavoratori, che in questo periodo si trovano a dover considerare tutti i cambiamenti che avverranno dopo la Quota 100. L’unica certezza è che arriveranno delle misure per evitare di tornare alla Legge Fornero, ma ancora non c’è nulla di chiaro. Oggi è possibile uscire dal mondo del lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne. In questo caso di può andare in pensione esattamente nel momento in cui si siano maturati almeno 41 anni di contributi.
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Questa misura è la Quota 41, ciò significa che se si è iniziato a lavorare molto presto si potrà andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, qualsiasi sia la propria età anagrafica. Nel caso della pensione anticipata, si deve tenere conto però di vari requisiti: quello sanitario, contributivo e lavorativo. Infatti per poter trarre vantaggio da questa misura bisogna appartenere a una delle seguenti categorie di lavoratori: invalidi con almeno un 74% d’invalidità certificata, caregiver, altri lavoratori con occupazioni usuranti e disoccupati vittime di licenziamento.
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Oltre ai 41 anni di contributi, un’altra condizione indispensabile della Quota 41, è aver maturato almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni. Inoltre, la pensione di vecchiaia anticipata per cause d’invalidità è accessibile anche se si possiedono solo 20 anni di contributi. Per quanto si possa godere di una pensione prima dello scadere del tempo e a certe condizioni, una forma previdenziale ricevuta in anticipo non determina un taglio o una decurtazione sull’ammontare dell’assegno. Un importo più basso non viene toccato da questo tipo di procedure, ma certamente potrebbe dipendere da un minore numero di anni di contributi, rispetto a chi decide di rimanere in servizio.
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