Il grande comico Gianfranco D’Angelo, poco prima di morire aveva confessato come non riuscisse a vivere con la pensione.
Un ultimo scherzo beffardo, quello di D’Angelo, scomparire proprio a Ferragosto, così da far alzare dalla sdraio milioni di italiani che lo hanno tanto amato. Un coup de teatre, insomma, uno di quelli a cui ci aveva abituati. Il mondo dello spettacolo piange la sua morte, arrivata dopo una breve malattia che lo ha portato in un letto di ospedale, prima della triste fine. Vanno smentite le notizie su eventuali complicazione da Coronavirus: D’Angelo non era malato di Covid, aveva purtroppo un male incurabile e, come ha dichiarato Ezio Greggio, grande amico dell’attore: “Se ne è andato in silenzio, al contrario di quanto facevi in scena, dove invece uscivi tra applausi e ovazioni”.
La carriera nel mondo dello spettacolo è stata folgorante, come purtroppo la sua comparsa dai radar della tv. Incredibilmente tutto è partito dalla SIP, l’ex telecom, per cui Gianfranco faceva l’impiegato. Tutto è iniziato al Puff, il mitico locale creato da Lando Fiorini, poi il lancio grazie al Bagaglino di Pingitore ed infine il successo con le commedie sexy degli anni ’70, prima dell’esplosione con Drive In, grazie a personaggi che hanno fatto la storia.
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In una intervista recente, ospite a Domenica Live di Barbara D’Urso, D’Angelo racconto di fare fatica a vivere con la pensione per lo spettacolo. “Ho lavorato per la Rai e per Mediaset – raccontava l’attore comico -, ho fatto 51 film e convention in tutto il mondo. Eppure, pur avendo versato regolarmente tutti i contributi, non prendo una buona pensione e non so spiegarmi il perché. Mi piacerebbe essere un po’ più tranquillo a livello economico, senza pensieri per la testa, ma fa parte della vita, e poi sono scelte. Se uno stesse a casa tutto il giorno con le pantofole potrebbe pure accontentarsi della pensione”.
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D’Angelo ha raccontato di percepire 2000 euro al mese, una cifra che ha scatenato la polemica da parte di Karina Cascella, che la giudicava sufficiente. A prendere le difese del comico è stato Lorenzo Crespi, riferendosi al quantitativo di contributi versati in 60 anni di carriera, tanto da far poi dichiarare a D’Angelo di dover continuare a lavorare anche in tarda età, pur di arrotondare.
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