Esistono tre modi per poter andare in pensione a 56 anni con l’INPS senza subire penalizzazioni sulla cifra che spetta.
Siamo in piena tempesta per la riforma pensionistica e si tratta di uno degli aspetti cruciali del Recovery Found europeo. L’UE, a fonte dell’erogazione mostruosa di oltre 240 miliardi di euro all’Italia, pretende che i conti dello stato siano a posto, partendo da quelli previdenziali. la LEGGI ANCHE: ha messo di nuovo in difficoltà l’INPS perché in questo caso i lavoratori che ne stanno usufruendo mettono in difficoltà economica l’istituto. Per questo il Governo Draghi sta valutando se reintrodurre in qualche modo la vecchia riforma Fornero, con il ritorno ad un età pensionistica che può salire a quota 104 o 105 e incrementarsi ulteriormente nei prossimi anni. Lo stato italiano non riesce a pagare le pensioni perché i lavoratori attuali hanno contributi più bassi rispetto a quelli attualmente in quiescenza. Va ricordato che fino alla riforma Dini, del 1996, si sfruttava il sistema retributivo, con la pensione equivalente all’ultimo stipendio, mentre solo successivamente è stato introdotto il principio contributivo, che calcola gli effettivi versamenti effettuati dal lavoratore.
La situazione è complessa ed oggi si prospetta un allungamento della vita lavorativa, soprattutto delle donne, che avevano un piccolo vantaggio rispetto agli uomini. Tuttavia ci sono alcune forme di trattamenti previdenziali che assicurano al contribuente un anticipo dei tempi pensionistici rispetto ai requisiti di vecchiaia previsti. Vediamo quali sono
Anticipo della pensione: ecco come sfruttarla a 56 anni
Si tratta di tagliare diversi anni, rispetto ai 61 previsti o addirittura ai 67. per poter sfruttare questa occasione servono tre requisiti che, se presenti, consentono di anticipare la pensione senza penalizzazione sugli assegni INPS. Innanzitutto va sottolineato che questo è possibile solo per i lavoratori privati e può essere applicata anche a chi ha un grado di invalidità almeno dell’80%. L’ammissibilità si basa sulla legge 222/1984.
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In caso invece di pensione di vecchiaia anticipata, si deve tenere conto di tre aspetti: sanitario, contributivo e lavorativo. Per gli uomini il requisito di età minima è di 61 anni, per le donne invece è di 56. C’è da calcolare però la finestra di attesa che dura 12 mesi prima di vedersi arrivare il primo assegno.
Per quanto riguarda la contribuzione, in caso di pensione di vecchiaia anticipata per invalidità, bastano solo 20 anni di contributi. Esistono poi altre forme di pensionamento anticipato ai titolari di legge 104 o ai loro familiari.