C’è un nuovo miliardario in Italia: Fulvio Montipò, figlio di un muratore, è riuscito a creare in pochi anni un gigante industriale.
La sua storia è incredibile e ricalca quelle ascoltate negli Stati Uniti e legate al concetto di Self-made-man. La sua industria, la Interpump Group, leader nelle pompe ad alta pressione e nel settore dell’oleodinamica, ha raggiunto una fatturato di 1,294 miliardi di euro, crescendo addirittura del 71%. La sua quota, pari al 17%, fa si che sia entrato nel novero dei miliardari italiani.
Quella di Fulvio Montipò è una storia di altri tempi e definisce Interpump il figlio di un sogno post-bellico, quando la miseria dominava nell’area del reggiano e c’era forte voglia di riscatto. Montipò è nato a Baiso, nell’appennino emiliano, nel 1944. Il padre era muratore e trascorreva 9 mesi l’anno in Svizzera, vivendo in una baracca in cui gli spifferi erano coperti dai sacchetti di cemento. Proprio questa situazione di difficoltà è stata la molla che ha impresso il cambiamento. Il turning point è stato un maestro delle elementari che gli ha permesso di studiare, tanto da riuscire a farlo entrare ai frati dei Servi di Maria, dove fu accolto gratuitamente. Fu ammesso, ma il padre per lui aveva in programma di farlo diventare muratore, come lui: alle insistenze del maestro infine cedette, consentendogli la straordinaria carriera che ha fatto.
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Nel 1972 si laurea in sociologia a Trento, ma già nel 1967 Montipò lavorava alla Bertolini, azienda reggiana di pompe idrauliche. Come ama raccontare, era in fabbrica fino alle 9 di sera e poi studiava fino alle 2 di notte. Questa dura gavetta durò 4 anni. Proprio nel 1977, a 33 anni, arrivò l’idea che avrebber rivoluzionato la sua vita: utilizzare pistoni in ceramica al posto di quelli in acciaio, un minor costo ad una maggiore resistenza. Da lì è nata Interpump a Sant’Ilario d’Enza. Dopo aver investito l’equivalente di 1250 euro riuscì a raccogliere capitali da imprenditori locali in cambio del 40% della società, ma le cose andarono così bene da potersi permettere di ricomprare tutto dopo 3 anni.
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Oggi Interpump è un gigante con 1,37 miliardi di fatturato presente in oltre 30 paesi di tutti i continenti e soprattutto capace di realizzare l’80% dei ricavi all’estero. Solo nell’anno della pandemia, il 2020, il fatturato è calato del 5%, ma Montipò ha rifiutato paragoni con la guerra: “Non vedo analogie, se non trascurabili. Oggi viviamo una difficoltà di tipo diverso, non c’è distruzione e la fame diperata, ma nemmeno la stessa disponibilità al sacrificio”.
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