I bonus che sono stati erogati tra il 2020 e il 2021 hanno aiutato molto durante la pandemia, ma potrebbero dover essere restituiti. Ecco perché.
La pandemia di Covid-19 tra il 2020 e il 2021 ha dato il via a un effetto domino devastante per l’economia. Per contenere i contagi da coronavirus lo Stato ha dovuto prendere delle misure di emergenza come il lockdown e la chiusura di molti esercizi commerciali e attività. Questo ha avuto un effetto devastante sui lavoratori. Molti sono rimasti senza lavoro, altri hanno subito gravi perdite sui redditi annuali e hanno visto le loro attività andare in forte difficoltà finanziaria. Il governo ha quindi messo in campo una serie di bonus, agevolazioni e aiuti a fondo perduto per far fronte alla situazione, cosa che ha aiutato nella ripresa. Purtroppo alcuni potrebbero essere costretti a ridare indietro quello che hanno ricevuto dallo Stato.
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I bonus percepiti dai cittadini sono stati di grande aiuto, ma una volta ricevuti devono essere dichiarati. I bonus statali ricevuti hanno una loro voce nella dichiarazione dei redditi in cui devono essere inseriti in modo che se ne abbia traccia. Qualora i bonus non fossero inseriti nella dichiarazione dei redditi, spiega il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la fruizione degli stessi sarebbe dichiarata illegittima e sarà pertanto obbligatorio restituire il denaro percepito dai bonus.
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C’è da considerare che la mancata dichiarazione dei bonus nella dichiarazione dei redditi non costituisce una situazione pregiudizievole per l’Agenzia delle Entrate e quindi non dichiarare non comporta alcuna sanzione finanziaria. Tuttavia rimane l’obbligo di restituire i soldi percepiti. L’Agenzia delle Entrate offre tuttavia la possibilità di una dichiarazione integrativa per inserire in un secondo momento i bonus nella dichiarazione dei redditi. Questa deve riportare l’importo corretto dei bonus ricevuti con l’aggiunta di una sanzione fissa.
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