L’Agenzia delle Entrate potrà verificare i conti correnti e pignorare la prima casa. Ecco tutte le nuove proposte per la gestione della riscossione dei debiti.
L’Agenzia delle Entrate vorrebbe estendere il controllo sui debitori. Diventa dunque più reale il pericolo di nuove sanzioni. Tra le indicazione ci sarebbe la possibilità di poter conoscere la consistenza del conto del debitore (non più soltanto la sua esistenza). Si parla anche di un rafforzamento delle misure esecutive, con l’obiettivo di dare una stretta e indire nuove modalità per smaltire gli arretrati non pagati. Tra le soluzioni figura anche il pignoramento della prima casa. Queste proposte arrivano dalla Corte dei Conti che richiede una vera e propria Riforma della Riscossione della Finanza pubblica.
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Infatti, per la Corte, la mancata riscossione del credito pubblico non pagato dai debitori è un grave problema. Ci sono già stati degli interventi ma non sono stati ritenuti sufficienti, e così arriverà la stretta finale. I giudici contabili hanno chiesto una profonda revisione di tutto il procedimento di riscossione finora attuato. E’ stata inoltre già presentata una relazione al Parlamento per revisionare i meccanismi di controllo e gestione dei crediti non riscossi. Oltre che dei controlli automatici la Corte chiede che vengano messi in atto delle azioni concrete ed efficaci.
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Per aumentare l’efficacia dell’attività di riscossione si richiedere di poter conoscere, con le dovute cautele, la consistenza attuale del conto corrente del debitore. Questo in modo da poter monitorare e intervenire con tempestività, in caso d’insolvenza. Oltre all’accesso al conto corrente, uno degli interventi proposti, per riscuotere immediatamente il credito pubblico, sarebbe il pignoramento immobiliare. Infatti, potrebbero essere utilizzate delle forme semplificate, che consentirebbero il pignoramento anche della prima casa, prevenendo una vendita coattiva, anche nel caso in cui il valore del bene fosse inferiore a 120.000 euro.
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