Se si evadono le tasse lo Stato può arrivare a sequestrare il conto corrente di una persona. Ecco quali sono i casi in cui succede.
Una sentenza della Corte di Cassazione lo ha confermato. In caso di evasione delle tasse da parte di un professionista iscritto o appartenente a un’associazione può essere ordinato il blocco del conto corrente della persona o dell’associazione come misura preventiva. La sentenza è avvenuta il 4 agosto scorso e sottolinea come i conti correnti, purché sicuri per tenere il proprio denaro, possano essere bloccati e sequestrati dallo Stato in alcuni casi di evasione fiscale. La Cassazione ha sottolineato come la misura preventiva del blocco del conto corrente, con l’impossibilità di effetturare la maggior parte delle operazioni, sia sempre legittima.
Leggi anche: Qualcuno ha promesso di assumerti? Se vuole farlo davvero per lui c’è l’esonero del 100 % dei contributi
La sentenza deriva da un caso di evasione fiscale di un professionista legato a uno studio associato per conto di una SRL. All’imputato erano contestati i reati di omesso versamento dell’IVA e di dichiarazione fraudolenta, tramite fatture e documenti analoghi. Il GIP (Giudice delle Indagini Preliminari) ha posto a sequestro il conto corrente dell’imputato come misura preventiva, misura che è stata approvata dalla Corte di Cassazione in seguito al ricorso riportato dai legali dell’imputato.
Il blocco può quindi essere imposto è valido e rimane un’opzione spendibile in sede di indagini per evasione fiscale. Nel caso specifico l’imputato aveva accesso al conto corrente dello studio che era imputato non allo studio in quanto persona giuridica, ma ai singoli associati. In ogni caso anche il conto dello studio poteva essere oggetto di verifiche da parte della autorità e per questo passabile di sequestro e blocco.