A pagare le conseguenze del Coronavirus sulle città d’Italia è stata anche Roma, incarnata da uno dei suoi più grandi simboli: il Colosseo.
Quali sono state le conseguenze del Coronavirus sul turismo italiano? Tantissime ed evidenti. Dopo lo shock subito causato dalla pandemia, il settore ha dovuto rimodellarsi ed aprirsi a nuove esigenze. Tra gli effetti maggiormente visibili, il crollo delle prenotazioni e delle presenze negli alberghi, evidente anche dai numeri di quest’estate che, pur essendo in rialzo rispetto alla scorsa estate, sono comunque inferiori alla media. Inoltre, sono spariti i turisti stranieri dalle città, sempre meno popolate da visitatori esterni. Secondo quanto indicato nel dossier Agi/Censis, dal titolo “Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020/2021”, dopo la pandemia il turismo ha avuto necessità di riprogettarsi, intervenendo sulla qualità dell’offerta extralberghiera; sulla spiccata stagionalità; sulla prevalenza del turismo balneare e delle città d’arte; sulla ridotta durata media dei soggiorni; sulla polarizzazione sulle località più conosciute e rinomate.
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A perdere, infatti, sono anche le città più importanti d’Italia e a risentirne non sono solo le città in sé, ma anche i luoghi di attrazione. Ad esempio, il Colosseo ha chiuso l’anno horribilis con una perdita di 51 milioni di euro. Nel 2019, il Colosseo era stato tra i siti più visitati del mondo e il più visitato d’Italia con 7,5 milioni di persone. Nel 2020, la perdita è stata notevole, del 75%. “Il lungo periodo di chiusura del parco a causa del lockdown ha rappresentato una improvvisa battuta d’arresto dell’intenso programma di valorizzazione del parco archeologico. La nostra prima preoccupazione è stata quella di assicurare la sicurezza dei lavoratori, grazie alle attività di sanificazione quotidiana che il Parco porta avanti dal 25 febbraio”, ha spiegato Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo nella presentazione del report sulle attività del 2020 e le previsioni del 2021.
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Una situazione che, chi più chi meno, hanno vissuto tutte le città d’Italia. Per quanto riguarda le esigenze del turismo, c’è da intervenire, inoltre, sul riequilibrio dell’offerta complessiva, puntando sulla destagionalizzazione e sull’accessibilità di quei luoghi prestigiosi in parte misconosciuti. Bisogna, in altre parole, creare un nuovo valore turistico per rilanciare il settore, aiutando soprattutto gli alberghi a ripensare la loro attività alla luce di nuove esigenze. Come? Un pozzo da cui “trarre ispirazione” è sicuramente il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, che mette a disposizione 8 miliardi di euro per “Turismo e cultura”.