Dal primo luglio è partita una nuova misura di sostegno alle famiglie con l’assegno ponte per i figli a carico.
La ripartenza dell’Italia è legata anche alla ripresa dei consumi delle famiglie. Il nucleo base della nostra società è stato spesso lasciato alla deriva, senza un vero aiuto da politiche sociali realmente efficaci. Il PNRR approvato dal governo e poi dall’Europa cerca di premere sull’acceleratore della crescita economica e all’interno del complesso progetto di ripartenza è previsto l’arrivo dell’assegno unico universale, che prenderà il via a partire dal 2022.
Questo consentirà di ricevere una somma per ogni figlio nato, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni, sarà disponibile per tutti e la quota dipenderà in funzione del reddito, ma si potrà arrivare fino a 250 euro mensili per le famiglie meno abbienti.
In attesa di questa importante misura di sostegno, sarà possibile chiedere, temporaneamente, un assegno ponte per i figli a carico. Il calcolo include circa 2 milioni di famiglie a cui saranno destinati 1,5 miliardi. Questo contributo è disponibile dal 1° luglio e potrà essere richiesto entro il 31 dicembre 2021. Potranno accedere disoccupati, lavoratori autonomi, chi riceve il reddito di cittadinanza e immigrati regolari.
Ma quali sono i requisiti necessari per accedere al sostegno economico? Il primo è avere un ISEE minore rispetto alla cifra di 50mila euro annui. Il richiedente deve essere cittadino italiano, europeo ma residente in Italia o possedere un regolare permesso di soggiorno per lungo periodo.
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Ovviamente è necessario essere in regola con le tasse ed avere figlio a carico minori di 18 anni, ma anche risiedere in Italia da almeno 2 anni o avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata semestrale.
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L’assegno verrà erogato per ogni figlio minore e sarà proporzionato in base all’ISEE famigliare. Mediamente, secondo un calcolo, saranno erogati un totale di 1065 euro per nucleo e 674 per figlio per l’intero periodo. La domanda deve essere presentata entro il 30 settembre, attraverso il sito dell’INPS oppure utilizzando CAF o patronati. Questa misura, inoltre, è compatibile con il reddito di cittadinanza, ma non solo: potrà affiancarsi alle misure di sostegno già in vigore decise da regioni e comuni.
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