Secondo una recente ricerca recentemente analizzata da DOMINA, in Italia nel 2020 il numero di colf e badanti è aumentato di 64mila unità.
L’aumento del numero dei collaboratori domestici è stato definito come un “effetto collaterale della pandemia”. Nel 2020, infatti, sono stati quasi 921 mila i lavoratori del settore, con un aumento di 64 mila unità rispetto al 2019. Il 13% delle nuove leve sono costituite da italiani, anche se la principale area di provenienza rimane l’Europa dell’Est (38,2%); seguita dall’Asia (15%); dall’ America (9%) ; dall’ Africa (6,2%), soprattutto area mediterranea. Nel complesso, se nel 2019 gli italiani che trovavano impiego nel settore erano solo il 20%, nel 2020 sono stati il 31%.
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A riferire i dati è stata l’associazione Domina, secondo cui la crescita registrata nel settore è dovuta a due fattori. In primo luogo, il lockdown di marzo-aprile 2020, che ha portato alla necessità di regolarizzare i lavoratori domestici per permettere loro di recarsi a lavoro. In secondo luogo, una spinta forte sarebbe derivata dal Decreto Rilancio, che ha regolato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari per far fronte all’emergenza Covid-19 nel settore agricolo e in quello del lavoro domestico.
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Di conseguenza, a marzo 2020, sono aumentate le assunzioni con un saldo positivo nel mese di 20 mila unità. Secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale Domina, a determinare la crescita dei lavoratori domestici nel 2020 sembra essere stato principalmente il lockdown, mentre è ancora presto per vedere gli effetti della regolarizzazione degli stranieri. Sta di fatto che l’ emergenza sanitaria ha portato un aumento del fabbisogno di assistenza da parte delle famiglie, soprattutto per i bambini e gli anziani soli.
Intervistato da Meteoweek, Gasparrini ha detto: “L’ultimo anno ha visto una risalita della regolarizzazione dei lavoratori domestici. Due gli aspetti principali: uno connesso al lockdown, ovvero l’impossibilità di muoversi da casa se non in possesso di un lavoro regolare e obbligando dunque i datori a mettere in regola il personale domestico con un regolare contratto. Il secondo aspetto riguarda invece le donne all’interno delle famiglie, le quali dovendo rimanere a casa, magari a contatto con i figli vista la chiusura delle scuole, hanno necessitato meno di collaboratrici esterne”.
Per quanto riguarda la componente italiana spesso è in nero, soprattutto nel sud italia. Durante il lockdown, per potersi muovere e vaere possibilità delle agevolazioni siamo andati incontro a numerose regolarizzazioni: è emerso l’importanza di avere un assistente familiare che curava i nostri anziani il quale magari non poteva essere visitato dai propri parenti”.
Gasparrini inoltre ha parlato dell’arrivo del patentino per colf, badanti e baby sitter: rilasciato da un ente normativo, si otterrà al superamento di un esame e dal possesso di determinate caratteristiche. Un ulteriore passo verso il riconoscimento della professionalità e dignità di tutti i lavoratori e lavoratrici in ambito domestico.
L’aumento delle assunzioni potrebbe essere stato favorito anche grazie al bonus baby sitter. Tuttavia, il lavoro nero rimane ancora forte nel settore domestico. Analizzando la tipologia di contratto, il 52% dei lavoratori domestici è assunto come colf, mentre il 48% come badante.
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