Le imprese italiane accusano la Pubblica Amministrazione. La troppa burocrazia sta facendo danni economici per miliardi di euro.
La Cgia Mestre denuncia gravi perdite per le aziende a causa della burocrazia e della Pubblica Amministrazione, definendola “inefficiente”. In Italia si riscontrano grosse difficoltà, specialmente per le realtà imprenditoriali più piccole, a stare al passo con adempimenti burocratici impossibili che stanno danneggiando pesantemente l’economia. Inoltre, nonostante la sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea nel gennaio del 2020, lo Stato continuerebbe a non saldare i propri debiti con le aziende con cui collabora. Sommando i costi che pesano sulle imprese a causa della complessità della burocrazia italiana e i mancati pagamenti dell’Amministrazione Pubblica nei confronti dei fornitori, si arriva a un danno economico di 109 miliardi di euro che ricade sulle spalle degli imprenditori.
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Regolamenti, norme e disposizioni ingessano il sistema produttivo, per questo la Cgia Mestre chiede una riforma non solo della Pubblica Amministrazione, ma dell’intero quadro normativo. L’idea sarebbe di abrogare regolamenti e norme ormai datate e introdurre testi unici che non permettano sovrapposizioni legislative, causa principale dell’incomunicabilità e della mancanza di trasparenza tra imprese e Pubblica Amministrazione. Secondo questo pensiero questo avrebbe un effetto positivo anche sul morale dei dipendenti pubblici, che non sarebbero più costretti a barcamenarsi tra mille procedure che si accavallano l’una sull’altra.
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Le possibili soluzioni
Riguardo i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione, la soluzione sarebbe quella di recuperare denaro attraverso compensazioni dei debiti fiscali e contributivi verso l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e l’INAIL. Un automatismo che metterebbe in conflitto gli enti statali, facendo emergere quelle realtà che non saldano i debiti coi fornitori per motivi che non sono la mancanza di liquidità. Ci sarebbe inoltre da risolvere il nodo della digitalizzazione dei soggetti pubblici, spesso incapaci di comunicare tra loro e con le banche dati chiuse, con conseguente necessità di dover presentare documenti a più enti per la stessa domanda.