Il 2 agosto un improvviso attacco hacker ha mandato nel caos i computer del servizio sanitario della Regione Lazio. Zingaretti rassicura: “Le vaccinazioni continuano. Sospese le prenotazioni”.
L’improvviso tilt del sistema informatico della Regione Lazio per un attacco hacker ha innervosito tutto il paese. Quello che in un primo momento era stato creduto, anche da alcuni esperti, un errore di un dipendente distratto, si è rivelato un attacco in piena regola che è continuato nella notte tra il 2 e il 3 agosto. Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio, ha affermato che la campagna vaccinale continuerà e che chi ha già prenotato i vaccini potrà andare all’appuntamento enza preoccupazioni, ma prenotazione ulteriori sono sospese fino a nuovo ordine.
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Un attacco di queste dimensioni proietta l’intero paese in una situazione nuova. Zingaretti afferma che nessun dato è stato trafugato durante l’attacco e che adesso ogni potenziale preda degli hacker è stata messa in sicurezza. Ancora non c’è stata nessuna richiesta di riscatto o di altro tipo, mentre i funzionari della regione stanno lavorando per riaprire al più presto e in sicurezza il portale delle prenotazioni. Intanto i dati saranno salvati su piattaforme esterne ed è stata inviata una trasmissione al centro nazionale per avere la possibilità di ottenere il Green pass.
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Le reazioni all’attacco
L’ipotesi in questo momento è che l’attacco fosse mirato al furto dei dati contenuti nei computer della Regione per chiedere un riscatto o per essere venduti nel dark web al miglior offerente. Per il momento, tuttavia, nessun dato è stato sottratto e nessun riscatto è stato richiesto dai colpevoli dell’attacco. Intanto l’allarme si è esteso ad altre regioni. L’Emilia-Romagna ha aumentato la sicurezza dei propri sistemi informatici e anche altre regioni seguiranno il suo esempio in fretta. Le parole di Zingaretti in merito ai danni provocati sono un appello a non fermare la campagna vaccinale, che la miglior risposta a questi attacchi è impedire che abbiano l’effetto di fermare il processo di vaccinazione che è già a un ottimo punto. Più del 70% della popolazione vaccinata almeno alla prima dose.