In arrivo i primi bandi di lavori finanziati dal Recovery Fund, ma le riforme chieste dall’Europa si fanno ancora attendere.
Il Recovery Fund europeo, il fondo stanziato dall’UE per la ripresa dei paesi membri, dovrà finanziare alcune opere di importanza vitale per la ripresa post-covid. I primi bandi per i lavori su cui si stanzieranno i finanziamenti del Recovery Fund dovrebbero arrivare entro il mese di luglio, ma l’Italia è ancora indietro sulle riforme legislative promesse all’Unione Europea con il Piano Nazionale di Ripresa. In particolare le riforme più in ritardo sono quelle sulla concorrenza e sul fisco, che avrebbero dovuto essere presentate a luglio secondo il calendario di Bruxelles, contribuendo alla crescita economica del paese.
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Siamo dunque nella paradossale situazione in cui le riforme richieste per avere il il Recovery Fund non sono ancora state presentate, mentr Roberto Cingolani, Ministro dello Sviluppo Economico, ha annunciato che entro agosto saranno bandite alcune gare che verranno finanziate col Recovery Fund. La prospettiva invece è che le due riforme approdino a uno schema definitivo solo a settembre.
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Le complicazioni delle riforme
Sono riforme che riguardano materie non facili da gestire, anche perché c’è da fare i conti con un’estesa maggioranza parlamentare. Inoltre il recente aumento dei contagi e i provvedimenti presi per contrastarlo ha impegnato molto Palazzo Chigi. Delle due riforme quella più vicina a una forma definitiva sembra essere quella sulla concorrenza, che dovrebbe rendere meno ingessata una serie di settori (farmaci, energia, concessioni autostradali, ecc) e dare un contributo di mezzo punto percentuale all’aumento del PIL.
Più complicato e lontano nel tempo sarà il nodo della riforma fiscale, che deve conciliare la volontà di abbassare le tasse a chi ha reddito medio-basso e alle imprese, senza compromettere le casse pubbliche. A questo si aggiunge il monumentale lavoro di revisione dei bonus e delle agevolazioni.