Come tanti documenti prima di lui, il green pass ha subito il fato della falsificazione massiva e dello spaccio del documento tramite app di messaggi.
Il Green pass, il certificato che viene dato alle persone vaccinate o con un tampone negativo fatto nelle precedenti 48 ore, sarà presto indispensabile per poter partecipare a eventi pubblici, concerti, musei, ecc, ma soprattutto sarà necessario per entrare in bar, ristoranti, teatri e cinema. Come abbiamo potuto capire dalle proteste in piazza contro il Green pass degli scorsi giorni, non tutti sono favorevoli alla misura. Chi non si è mai voluto avvicinare a un tampone e non ha intenzione di farsi vaccinare ha la possibilità di rivolgersi ad alcuni gruppi che vendono falsi Green pass a chiunque glieli chieda.
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L’app di chat russa Telegram ha già molti gruppi in cui vengono venduti falsi Green pass. Uno dei maggiori è un gruppo chiamato “Greenpass Italia” e conta 2.800 membri. Un’organizzazione interna impeccabile permette ai falsari di dare Green pass a chiunque li richieda entro 2-3 giorni in forma cartacea o digitale. Il costo dell’operazione varia dai 100 euro della versione digitale ai 120 della versione cartacea, ma esistono anche pacchetti famiglia: un pacchetto da 4 persone a 300 euro in digitale e 350 in cartaceo, o un pacchetto da 6 a 450 euro in digitale e 500 in cartaceo. In un primo momento la prudenza faceva si che i pagamenti fossero non tracciabili, quindi tramite bitcoin o buoni, ma in un secondo momento si sono aperti anche a carte di credito e postepay. L’anonimato dei membri del gruppo è garantito dall’app Telegram.
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Le autorità si sono subito mosse per controllare il fenomeno della falsificazione dei Green pass. Il governo ha annunciato il lancio dell’applicazione Verifica c19, che permetterà ai controlli di distinguere i Green pass ufficiali da qualli falsificati, quindi presto un Green pass falso potrà essere riconosciuto a una semplice scansione del QR Code. Le sanzioni per chi viene scoperto con un Green pass falso sono salatissime, con multe che arrivano fino a 1.000 euro e una denuncia penale per aver messo a rischio la salute pubblica. I falsari e i loro intermediari invece rischiano da 6 mesi a 3 anni di carcere e multe oltre i 1.000 euro per truffa.
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