Arriva una misura fondamentale per tutte le attività commerciali in affanno a causa del Covid: ecco la riduzione di canoni di affitto.
Si tratta di una vera boccata di ossigeno per tutti quei negozi che hanno visto crollare o addirittura azzerare i fatturati nel corso di quest’ultimo anno. Già nel corso del lockdown tra marzo e maggio 2020 era stato possibile rivedere alcuni affitti, ma sempre su base volontaria con un accordo tra proprietario e affittuario.
La legge di conversione del decreto Sostegni bis ha inquadrato normativamente la possibilità di ridurre il canone di locazione per tutti i negozianti che ne abbiano necessità. In particolare l’articolo 4 bis conferma che si potrà sfruttare questa riduzione per un periodo di 5 mesi nel 2021 attraverso una ricontrattazione diretta.
Questo implica che non c’è alcun obbligo di legge, quindi tutto dipenderà dalla capacità di accordo tra le parti. Ad essere determinanti sono gli effetti economici negativi della pandemia e l’impossibilità di accedere alle agevolazioni o i ristori. Per questo chi si trova in una situazione di difficoltà, con una diminuzione del volume di affari può tentare di giocare questa carta.
Questo sconto sull’affitto del negozio è utilizzabile per un massimo di 5 mesi nel corso del 2021, ma prevede dei paletti molto rigidi per sfruttarlo, a patto che le parti concordino.
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Innanzitutto è necessario che il negoziante non abbia avuto accesso ad agevolazioni, contributi e ristori legati all’emergenza Covid dall’8 marzo 2020 in poi. Inoltre l’altro requisito è che non siano stati utilizzati strumenti diversi di supporto economico stabiliti insieme al locatario. Inoltre è obbligatorio che l’attività economica abbia avuto un calo medio mensile del fatturato almeno del 50% tra il 1° marzo 2020 e il 30 giugno 2021 rispetto al periodo precedente. Infine il negoziante deve aver subito la chiusura obbligatoria per almeno 200 giorni.
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In presenza di questi requisiti è possibile aprire una negoziazione con il locatario, ma va ribadito che non c’è nessun obbligo di diminuzione del canone. Questo deve partire sul principio di buona fede ed in base alla ragionevolezza della richiesta, perché non è previsto alcun tipo di incentivo per i proprietari delle mura dei negozi.
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